venerdì 8 maggio 2009

"Sorry, we are closed!"




Tanto vale raccontare cosa è accaduto in questi ultimi tempi!
Senza perdersi in ciance retoriche circa la sporadicità, oramai cronica, delle apparizioni su questo blog, nè tanto meno incedere sugli squallori sempre nuovi che giungono alle nostre orecchie, fortunatamente non avvezze a siffatte tristezze, da madre patria.
Fatto sta che solo ai primi, piovosi, di maggio troviamo il tempo di fare “capoccella” dalla nostra finestrella targata Bahia per coccolarci nella vostra familiare compagnia.
I mesi recenti, dicevamo, sono stati particolarmente intensi:
ulteriori e significative visite e conoscenze hanno arricchito il variopinto panorama delle nostre vite brasiliane.
La pousada Varanda Do Sol, poi, ha fatto la brava, dobbiamo riconoscerlo!
E nemmeno sarebbe giusto attribuire il merito della insperata resistenza
alle amorevoli cure cui la abbiamo sottoposta.
Nonostante al timone oramai non ci fossero che due nostromi stanchi e desiderosi di godersi l’estate del Morro de Sao Paulo (mamma mia!!!),
la nostra cara casa/pensione è riuscita a sopportare il peso di tante e tantissime persone che da ogni parte del mondo sono venute a farsi ospitare da queste parti,
per poi cedere di schianto negli ultimi giorni del glorioso esercizio,
un qualcosa a metà tra il maratoneta esausto che tagli traballante il traguardo
e la macchina dei Blues Brothers a fine pellicola!
E ora, dopo tanto amore e odio, siamo finalmente rimasti da soli con lei,
e possiamo prendercene cura prima di lasciarla in altre mani, a fine mese.
Casa è bellissima e spande musica a tutto spiano da quando ho trasferito tutto l’impianto del Bar tra queste quattro mura ed il terrazzo.
Non ha prezzo, in certe sere, osservare il placido passeggio dei mille personaggi colorati che, in opposti flussi, percorrono la curva cui la nostra pousada fa da sponda, lungo la stradina sabbiosa che conduce dalla”favelita” al mare e viceversa.
Si sta davvero bene da queste parti, se ci si organizza un po’e non si ha eccessivo terrore dei serpenti velenosi che abitano le foreste dell’arcipelago (non sto scherzando!).
Il punto è che, nonostante le inevitabili incombenze quotidiane, ultimamente abbiamo potuto goderci di più questo posto speciale e, una volta avvicinatosi il momento di abbassare la serranda,
abbiamo riassaporato fino in fondo il gusto di gestire una piccola guest house,
alle spalle di una delle spiagge più frequentate ed obiettivamente belle del Nordeste.
Nel frattempo ci siamo concessi qualche giorno a Barra Grande e una esperienza circa quanto possa essere avvolgente la bella e decadente Salvador De Bahia.
Ora siamo a riposo, o quasi.
Questa è una serata cominciata con musica fine anni 60’:
si oscilla con i Doors e ci si salda con vino cileno e Beatles,
per sfumare, a notte fonda, con Jeff Buckley e giù di lì….
mentre la pioggia continua a scrosciare senza soluzione di continuità alcuna,
piegando tutto ciò che incontra verso il basso,
con la lucentezza dei lampioni fiochi della rua.
Giancarla, puntando l’amaca verde,
ad un libro ha inaspettatamente preferito una coperta leggera,
femminile previdenza per una inusuale umidità autunnale;
da un’ora e più dondola addormentata al suono di musiche d’altri tempi e,
sospesa,
riflette a cantilena la propria ombra sottile,
di bozzolo oscillante,
sul pavimento della veranda,
allagato al punto di ospitare un paio di ranocchie redivive dopo le calure estive.
Domattina le foreste alle nostre spalle,
ad oggi superstiti della speculazione selvaggia che non risparmia questi luoghi,
risplenderanno di un verde dissetato e forte,
e nuovi torrenti apriranno un varco nel mato per gettarsi nelle acque della quarta praia.

E noi getteremo i piedi giù dal letto dritti sulla sabbia,
per andarci a godere ancora una volta la dolcezza e l’armonia di queste genti e di questi luoghi.
A presto,

E.

P.S.: quanto a Gasperino,
mi sembra giusto,
come tutti i figli odiosi campa ancora a carico nostro ma avanza pretese di indipendenza e riservatezza.
Il che significa, ovviamente, che vive, mangia e sporca in casa nostra, compie atti osceni sul divano!
Non contento ha preso pieno possesso della stanza n° 1,
la quale ha notoriamente il pregio di essere allocata accanto al ”fu” angolo Bar,
e vi porta un po’ chi o cosa gli pare,
a partire dalle proprie prede di caccia
(non esattamente faggiani e lepri, più spesso bacarozzi, granchi, blatte volanti etc..)
fino a giungere alle conquiste amorose o che dir si voglia.
Costui fa uso dell’abitazione a proprio piacimento, con totale sfrontatezza e,
debbo dire,
con la silenziosa acquiescenza, indiscutibilmente complice, di Giancarla.
Purtroppo il veterinario non acconsente ad una somministrazione forzata di Ritalin,
tenterò con le scosse elettriche.
D’altro canto anche Gasperino, un po’come tutti noi, misura le proprie forze con avversari più grandi di lui!

sabato 21 marzo 2009

Buon autunno a tutti!













Eh sì,
la temperatura , dai 33 gradi secchi di ieri, oggi è bruscamente crollata a 30 gradi centigradi, forse meno;
ben due nuvole sottili e leggere come il soffio della brezza serale, hanno pensato di colorare di rossastro il tramonto appena calato sul Morro,
e anche i delfini, nella baia di Gamboa, sembrano stanchi dei giochi estivi e quasi annoiati dalla placidità dello specchio d’acqua che ne riflette le coste scoscese di argilla rossa.
La sabbia non scotta più come prima e chi ci ha fatto il callo può anche camminare scalzo senza temere di bruciarsi.
Vabbè,
finchè l’autunno è così possiamo pure farcelo andar bene…
anche perché siamo spossati da un’estate incredibile, la nostra prima estate brasiliana a tutti gli effetti!
Anzitutto le visite che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere…
E con esse la conferma che persone,
in cui avevi creduto tanto tempo fa ed in cui hai continuato riporre la tua stima ed affetto,
erano quelle giuste e care.
Ed insieme la consapevolezza di quanto,
nonostante una coerenza di fondo,
tutto cambi,
ed in fretta.
Io e Giancarla abbiamo aggiunto tante altre nuove conoscenze interessantissime e gradevoli al nostro personale “guest book”.
Nonostante siamo praticamente scomparsi dal web,
che in qualche modo ci teneva aggrappati a casa,
ci sono tante persone a cui pensiamo tanto,
soprattutto a quelle che hanno visto arricchirsi,
in un modo o in altro,
il proprio nucleo familiare!
E sappiamo che in un paese regredito a una velocità impressionante,
come purtroppo prevedevamo andandocene,
troveremo una bella informata di linfa vitale recentemente atterrata da quelle parti o in vista della pista d’atterraggio!
Il pensiero, naturalmente, corre ai parenti più stretti ed agli amici più intimi,
ma,
anche per evitare di cadere in elenchi sempre incompleti,
volevo scrivere che una sensazione speciale ci viene dal fatto che,
probabilmente,
una di queste gemme è stata forgiata
e comunque accolta nella nostra casa romana,
affidata in nostra assenza alle cure di una bella persona.
Noi, nel nostro piccolo,
abbiamo sfamato quell’essere immondo di Gasperino.
Costui, oramai, pesa quanto un abbacchio e si è trasformato in un carezzevole bandito di strada,
che tuttavia non disdegna affatto le comodità di una casa italiana ed i vizi che vi si praticano con voluttà.
Pertanto se qualcuno fosse interessato ad incontrare questo piccolo opportunista di dubbia reputazione può comodamente cercarlo ad ore pasti ed in occasione delle colossali penniche che il suddetto conduce instancabilmente nel letto del sottoscritto.
Non aggiungo altro.
Il nostro neoacquisto Paolo,
nel frattempo probabilmente in una precedente vita abitava al Morro tant’è che in poco più di un mese è diventato più popolare del sindaco,
ha 13 lavori e duecento progetti e si gode alla stragrande la leggerezza dei suoi 24 anni, passati in buona parte a lavorare in giro per il mondo.
Natalia,
dopo tre mesi di annunci giornalieri circa una imminente partenza,
ci ha spiazzati tutti riempiendo in quattro e quattr’otto lo zaino, legandoci stretto il sacco a pelo
e infine correndo al ponte per il barcone che dopo un’ora e mezza di dondolante trasferimento,
l’avrebbe depositata su di un pullman;
e dopo 3 giorni di viaggio praticamente ininterrotto( 3!!!! )
le cronache mondane la danno a zonzo per Buenos Aires,
già inserita e integrata col ritrovato contesto urbano e
pronta ad inseguire i propri sogni forte della propria beata spensieratezza.
Quanto al Morro che dire se non che qui è successo di tutto,
che nonostante il “Verao” brasiliano sia bello che terminato da un pezzo l’isola è piena e anche la pousada va da sé…
Il panico di capodanno e l’entusiasmo per la stagione che esplode in tutta la sua energia,
il sole di febbraio e le sue lune piene,
le maree estive e la capoeira alla sera…
il carnevale,
con Giancarla ad aprire la “sfilatina” del Morro dall’alto dei suoi curiosi trampoli…
la”Resacca do Carnaval”, vera peculiarità del Morro in occasione della quale il canevale di Bahia si trasferisce sull’isola a mitigare riposo e una festa che non vorrebbe finire mai.
E poi concerti e birre in spiaggia,
acque limpide e bollenti all’ombra di una natura lussureggiante ed incurante del caldo secco e fermo.
Questa la cornice, ma non potete immaginare i personaggi; vale a dire quella congrega di pazzi che sono tutti coloro che, a vario titolo, risiedono sull’isola.
Se questo posto ha ricevuto in dono una grande energia è anche vero che sono questa manica di squinternati a trasformare,
in un modo o nell’altro,
questa energia in qualcosa:
E qui si va da chi vive da otto anni con ciò che la natura gli offre,
in una casa di foglie intrecciate all’interno di una inestricabile laguna di mangrovie e spiagge dorate,
fino a chi per far fronte ai debiti che accolla al proprio destino,
si vende la fede nuziale,
poi finita tra le nostre mani un attimo prima di essere smerciata da un allibratorucolo del posto.
Giusto per accennare due vicende o personaggi di ordinaria amministrazione.
Ma troppe ce ne sarebbero da raccontare.
Vi terremo aggiornati,
tornate a visitarci!



E. & G.



domenica 8 febbraio 2009

Che pensavate che ce ne eravamo andati?




Che pensavate che ce ne eravamo andati?

Nooooooooo!
Sempre qui,
anzi più impegnati che mai!
Eh sì perché nel frattempo,

ed è proprio tanto che non ci si vede,
è scoppiata l’estate di Bahia ed il Morro De Sao Paulo,
così come la felicemente avviata Pousada Varanda Do Sol,
appaiono tali e quali ad un treno zeppo zeppo, con la locomotiva impazzita,
che sfreccia tra canti ilari e commoventi addii verso destinazioni radiose quanto ignote!
Forse.
Migliaia di visitatori,

ingordi di relax e divertimento,
percorrono famelici le spiagge roventi e vanno a stemperare i bollori ormonali nelle acque ferme, trasparenti e fin troppo tiepide della seconda spiaggia.
La nazione Argentina,
che conta peraltro una vasta quanto varia comunità locale,
invia in estate le proprie nuove leve e le proprie fanciullesche bellezze ad affollare,
con esiti a volte opposti,
i nostri modesti e pur allegri alloggi.
Gasperino fa schifo.
Una vera delusione.
Insoddisfatto dell’aver rasentato un paio di volte la morte per parassiti,
virus tropicali e affini,
ha pensato bene di alternare le opportunità di morte naturale
procurandosi svariate occasione di seria automortificazione.
Si è tirato giù dal terrazzo che appena camminava,
lo abbiamo schiacciato più e più volte a forza di stare tra i piedi in cucina (almeno io, Giancarla non lo dice ma lo ha fatto anche lei di sicuro!)
e si è successivamente rinchiuso nel frigorifero dove lo abbiamo casualmente rinvenuto con i denti da latte che battevano a tempo di samba ed il terrore negli occhi.
Poi un bel giorno è diventato un ometto:
Giancarla (ma questi sono altri problemi) lo stava ancora allattando con la siringa quando lui, sottrattosi inaspettatamente alle amorevoli cure paramaterne,
s’è divorato un geco intero inoculatamene alla sua portata,
con tutte le ossa,
le cartilagini,
tutto.
Ringhiando dal muso sporco di sangue ad un minimo accenno di interferenza col suo pasto.
Giancarla due settimane dopo,
in un silenzio surreale,
ha riposto le siringhe disuse,
provvedendo ovviamente a lavarle e preservarle accortamente.
Dopo di che le sono usciti due capelli bianchi e da quel giorno non è più la stessa.
Gasperino oramai non fa altro che mangiare e dormire;
al limite si concede alle coccole delle turiste che molesta trascinandosi lascivo per le stanze.
Puzza.
E’ una presenza insolente e mortificante l’immagine dell’attività.
Peccato che le mie considerazioni non vengano raccolte in questa casa dove, a tutti gli effetti, quel bieco individuo la fa da padrone nell’accondiscendenza collettiva.
In compenso,
se Gasperino è cresciuto,
tutti gli altri sono regrediti in maniera impressionante e secondo progressioni logaritmiche che non lasciano preannunciare niente di buono.
Natalia è piombata nell’ennesima fase postadolescenziale che di certo non le consente di spiccare il volo verso nuove consapevolezze.
Tant’è che da circa tre mesi risiede ufficialmente sull’amaca del mio balcone e intende il proprio ruolo di ”ragazza alla pari” secondo il canone baihano di tipo assoluto classico.
Ossia alternare lunghi sonni a intense quanto usuranti festicciole.
La novità è semmai che la nostra artigiana colombiana affronta i dilemmi che una tale prolungata, disposizione potrebbe ingenerare,
ripescando nel bagaglio leggero ma versatile del viaggiatore
vecchie armonie interiori di tipo tarocco new age
che ne sollevano indiscriminatamente la coscienza da qualsivoglia rimorso.
Marli, di questi tempi, non pervenuta.
Giancarla alterna crisi esistenziali,
di chiara collocazione liceale,
ad estatici periodi di trascinante e traboccante entusiasmo!
Peccato che i secondi durino giusto un quarto d’ora.
Poi si ricorda di qualcosa di grave, imputabile a me e, più raramente, a Gasperino
ed allora torna a guardarci sconsolata e gira per casa battendosi il capo e urlando al vicinato che la sua vita è un fallimento e che noi ne siamo i fin troppo ovvi simboli.
Dulcis in fundo e ad adiuvandum il caro vecchio Luchino il quale,
evidentemente saturo dei ritmi europei e delle peripezie australiane,
è venuto a dare un occhiata a come si sta queste parti.
Poi si deve essere improvvisamente reso conto che qua,
comunque e come dice la saggia Natalia,
bisogna lavorare come negri per poter vivere da bianchi.
A questo punto,
essendo Luca un pragmatico,
deve aver pensato che,
per non stressarsi,
è meglio vivere in un posto dove se ti va male e finisci a fare la parte del negro tanto male non si sta e,
oculatamente,
ha fatto rotta per l’Australia.
Non prima,
naturalmente,
di aver insozzato ben bene la cucina ad ogni passaggio,
aver introdotto donne e affini di equivocabile condotta in casa,
aver sapientemente indispettito buona parte delle donne della casa con comportamenti di Homeriana memoria ed aver lasciato conti in sospeso.
Devo dire che l’ho trovato abbastanza in forma e chi lo conosce sa di cosa vado farneticando.
Grazie al cielo il turbinoso passaggio del gradito visitatore è stata mitigata dalla serena e sorridente presenza dei nostri cari Guido e Francesca con i quali abbiamo iniziato nel migliore dei modi il 2009!
(cioè interrompendo le litigate in presenza di ospiti, cosa che prima non facevamo, vedi Emi e Alessandra, Dario e Luciana, etc…).
Da ultimo conoscenze comuni ci hanno portato Paolo,
che ha 24 anni e da tante stagioni lavoro come cuoco in tutto il modo rivisitando secondo il suo gusto tarantino gli alimenti che mette in padella.
In ossequio alla ponderatezza che ci contraddistingue,
dopo 6 ore che lo conoscevamo gli abbiamo dato le chiavi della cucina e dell’impolverato Bistrot
(se ne dovrebbe occupare Natalia ma dice che dall’amaca non ci riesce).
Stasera e perilquarto giorno consecutivo,
dopo aver servito “on demand” vari clienti,
mi ha ripassato un po’ di matriciana in padella e mi ha scottato un filetto ai ferri.
Un grande!E che botta di culo, speriamo che dura!
Inutile dire che Gasperino,
con i gesti del ruffiano consumato,
non manca di evidenziare la preferenza accordata al nuovo caro amico vagabondo portato dal destino ad incrociarsi col suo palato.
Giuda.
Che altro…?
Troppo ce ne sarebbe ma sono le 3 di notte e alle 8 le prime colazioni vanno servite.
E io sono felice di essere tornato a iniettare vita in questo piccolo blog.
Soprattutto dopo che,
nelle settimane passate a leggere un vero importante Blog come quello di Vittorio Arrigoni, (forse l’unico Italiano presente a Gaza,
http://guerrillaradio.iobloggo.com, che consiglio a TUTTI),
mi era sinceramente passata la voglia di scrivere anche solo un biglietto d’auguri,
tanto ci si rende conto,
in presenza di certe situazioni,
che le parole sono importanti ed andrebbero dedicate ad argomenti più seri rispetto alle nostre quattro lontane chiacchere su come la vita è bella quaggiù.
Magari un’altra volta,
sperando che ce ne sia sempre meno bisogno.

Un abbraccio,
a presto,
E.

giovedì 15 gennaio 2009