martedì 25 novembre 2008

Gasperino, dicevamo...



Gasperino,
dicevamo,
sta crescendo in fretta!

Saranno i sovradosaggi di latte e omogeneizzato,
sarà il sole di queste parti,
o forse il fatto che la natura fa il suo corso e che il destino lo prepara ad un avvenire duro ed avventuroso…
fatto sta che ormai, il nostro, ha raggiunto la considerevole stazza di 175 grammi!Praticamente è quasi pronto per il campionato brasiliano dei pesi massimi!
Ora il ragazzotto, contrariamente a quanto potrebbero suggerire vecchi stereotipi, accanto ai suoi agili e possenti muscoli, sta affinando anche la propria sottile ed acuta mente….
Certo che la giovane età fa sì che, ad oggi, la confusione che annebbia le idee del nostro sia ancora molta;
tuttavia una sana fiducia nei propri mezzi consente a Gasperino di misurarsi con i misteri della vita, se non proprio alla pari, senza nemmeno troppa soggezione.
Ed allora Gasperino, nel suo pacato osservare ciò che lo circonda, non può fare a meno di rivolgere a se stesso alcuni pressati interrogativi, dalla cui risoluzione (che, ahi noi, sappiamo essere ben lungi dall’esser prossima) dipende la serenità del suo divenire.
Gasperino, tra le tante cose, si chiede spesso:
"chi siamo?
Perché siamo?
E, soprattutto, ma si può sapere dove cazzo stiamo andando!?!?!"

(Gasperino quando è nervoso diventa molto volgare!)
Cioè, non è che i suoi orizzonti siano poi così vasti: benché egli abbia sempre lo zaino pronto e sia disposto all’avventura, la sua giovane età non gli ha ancora consentito di allontanarsi oltre la spiaggia qui di fronte, visitata peraltro sotto l’amorevole controllo di Giancarla.
Il punto è che, sulla base delle sporadiche informazioni che questi capta qua e là,
non gli appare chiaro il senso del nostro dibatterci e la costante infruttuosità di nostri sforzi…
Io provo a spiegargli ma, vi giuro, il confronto con la sua incolpevole ingenuità, alle volte, è frustrante!
L’altro giorno, ad esempio, ho incautamente lasciato aperta la pagina web di un sito che parla di economia e lui, non avendo altri impegni, si è letto tutti gli articoli!
Quando io e Giancarla siamo tornati a casa, ignari dell’accaduto, lo abbiamo trovato pensieroso e visibilmente irritato.
Si è scolato con sfacciata noncuranza una siringa ricolma di latte e tuorlo d’uovo e, una volta rimessosi in forze, ci ha chiuso all’angolo con una serie di fastidiose quanto imbarazzanti domande:
“ma fateme capi’ ‘na cosa!”
ha sbottato così, di punto in bianco…
“dicci amore di casa, che succede?”
e lui,
“ma tutto sto casino, no…gente che perde il lavoro, chi je torgono casa, quell’artri che hanno lavorato ‘na vita pe’ mette da parte du’ sordi poi vanno ‘n banca e trovano uno tutto ‘mpomatato e sorridente che je dice investi qua, compra là,
e dopo qualche mese se trovano senza ‘na lira….”
Allora noi:
“si tesoro lo sapp…”
E subito lui: “Zitti! Fateme fini’!!!”
“Scusa…
Dicci caro!”
“Allora, se ho capito bene, se te hai i soldi li porti in banca…”
“Certo, è più sicuro…”
“Se poi ti servono i soldi li chiedi in prestito alla banca.”
“Esatto.”
“Un bel giorno la banca decide de presta’ soldi a tutti, anche a chi non ha lavoro, a chi ‘sti soldi non glieli darà mai più indietro.
Poi la banca, pe' falla breve, a forza de prende e vende crediti, pezzi der mutuo tuo e della rata de’ a machina mia, n’impiccio tira l’artro, e un ber giorno dice: aho, qua n’c’avemo più ‘na lira!
Non è che magari lo stato, cioè sempre noi, ce po’ da ‘na mano….?”
“In un certo qual modo…”.
“E non solo noi je li damo, e pure tanti…
Mo’ questi dicono che sti sordi nun bastano e che c’è e’ rischio che n’ce ridanno manco quelli che j’avevamo dato noi (tanto che era più sicuro…)!”
“Sì figliolo, però, vedi…”
“E a ggente nun se ‘ncazza!?!?! O j’abbasta vede’ annà ‘n galera quelli che hanno fatto er danno?”
“No Gasperi’…
a parte che se non sei negro, o almeno scuretto, in Italia in galera non ci vai! Anzi, in questi casi, semmai fai carriera…
comunque, dicevamo, il fatto è che alterarsi, la gente, si altera pure…
è che diviene ruolo della politica a questo punto…”
“Della politica!!!! Ma chi, D’Alema, Fassino e quell’artri fenomeni che stavano a fa l’impicci co’ Unipol, i furbetti der quartierino, etc…oppure er pelato sempre arapato che ‘na banca cell’ha proprio!?!
‘nnamo bbene…”.

“Vabbè Gasperi’! C’hai venti giorni, sei giovane, stai in Brasile: vattene al mare, gioca a pallone, conosci gente.. magari qualche bella micetta…o quanto meno rilassati con un po’ di TV…papino se vuoi ti mette la parabola così vedi anche le partite della magica e l’Isola dei Famosi, che ne dici caro?”
“Ma… a me me sa che ve sete tutti rincojoniti…te sempre su quer cristo de facebook,
e poi c’hai sempre ne 'o zaino i libri de Orwell;
quel’artra co’ Buddha, i karma, i mantra, pare che vo’arivà a conosce er segreto dell’universo e nun s’accorge che ve stanno a fa’ ‘n culo così qua, sulla terra…….”
“Gasperino porta rispetto ai tuoi genitori adottivi!!! Non ti permettere, sai…”
“Se, vabbè, ho capito va’!
Ciao, io vado da “Dice 10” a famme ‘n quartino de latte corétto…!”
Poi esce e torna sempre più tardi, ciondolante ma con un furore in fondo agli occhi… accende la sua lampada da tavolo e studia fino a notte fonda…
Giancarla ed io siamo sempre più preoccupati...
lui dice che, un giorno di questi, se je gira fa un casino!
Bah, speriamo bene…

martedì 18 novembre 2008

E allora beccateve questa!!!

Ci eravamo lasciati in partenza per le isolette che compongono la costa del Dendè, qui nello Stato di Bahia, dalle parti del Morro di San Paolo, Brasile.
Era già nostra intenzione raccontare come abbiamo trascorso questa breve vacanza dagli adempimenti quotidiani connessi alla gestione della pousada:
inoltre abbiamo ricevuto vari messaggi da parte di tanti amici i quali,
dopo aver espresso la propria felicità per il tipo di vita che stiamo conducendo da queste parti,
non hanno potuto fare a meno di mandarci tanti velati “vaffa” una volta saputo che,
evidentemente non appagati dal vivere e lavorare sulla spiaggia la cui foto apre il blog che state leggendo,
avevamo deciso di concederci un viaggietto zaino in spalla alla ricerca di posti nuovi ed emozioni differenti.
Ed allora,
una volta tornati a casa e letti gli improperi provenuti in tutte le forme e le vie di comunicazione immaginabili,
abbiamo pensato che la cosa migliore,
in questi casi,
non consista nel dare a vedere il senso di colpa che ci attanaglia per avervi abbandonato nella nostra povera patria,
bensì sia quella di insistere e di metterci il carico!
Quindi lasciatevi raccontare quanto possa essere bello lasciarsi alle spalle questo lavoro pur stupendo,
saltare su un gommone carico di turisti in gita,
farsi dare un passaggio su una spiaggia semi deserta
e mettersi in cammino per vedere dove si arriva e magari cosa ci sia oltre la punta di roccia che il nostro sguardo intravede alla fine dell’orizzonte.
Tolti i sandali,che sulla sabbia non servono, ed armati di tanta voglia di camminare abbiamo incontrato il primo villaggio,
dove un simpatico conducente di trattore,
unico mezzo motorizzato su tutta l’isola,
ci ha accompagnato
(ma solo dopo aver trascorso un oretta a chiacchierare sdraiati sull’erba)
per foreste e sentieri fino ad uno sperduto paesino di pescatori dove non c’è telefono e le poche attività esistenti,
ossia un comedor e un mercatino,
chiudono alle 5 del pomeriggio.
Qui abbiamo cominciato ad esplorare le spiagge deserte del luogo e la foresta che le lambisce
fino a notare un piccolo cartello di legno che indicava la possibilità di affittare un posto per dormire.
E’ stata una piacevolissima sorpresa trovare,
nascosta nella vegetazione ma a pochi metri dal mare,
la casetta costruita da Leleo,
un ventenne nativo del luogo che,
utilizzando solamente materiali portati dal mare o sottratti alla foresta,
ha tirato su una piccola opera d’arte.
Due piani in legno, fango pressato e paglia; finestre basculanti in giunchi e vimini, un piccolo bagno, cucinino e lavello, scala e stanza da letto con verandina tondeggiante in legno di biriba e, naturalmente, amaca dove dondolarsi al suono delle onde che si frangono vicine,
con sottofondo creato dai mille rumori della foresta….
Il tutto per una quindicina di euro a notte.
Qui ci siamo rilassati due o tre giorni cucinandoci il pesce sfilato dalle reti appena ritirate ed interrompendo il nostro dolce far niente solo per passeggiare lungo la costa e tra le mangrovie,
scambiare due chiacchere con i locali davanti ad una immancabile bottiglia di birra,
facendo giusto attenzione a non incappare in uno dei tanti serpenti velenosissimi ma non aggressivi che popolano questo tratto di natura incontaminata.
Quando la voglia di vedere altro ancora si è fatta sentire,
abbiamo approfittato della bassa marea per risalire la costa a piedi,
fermandoci di quando in quando a fare un bagno o riposare all’ombra delle palme,
fino ad arrivare,con qualche ora di cammino,
in una splendida pousada di conoscenti brasiliani
(Emi ed Alessandra, dovreste vedere quanto è cresciuto il pony!)
e dunque ad un porticciolo da cui ripartire alla volta di casa.
A questo punto approfittiamo di questo post per mandare una affettuosa risposta collettiva a quanti, soprattutto su Facebook,
hanno espresso un pizzico di sana e genuina invidia per chi,
come noi,
si ritrova al caldo di questa primavera di Bahia.
Ragazzi,
possiamo solo dire questo:
cercate di mettere qualche soldo da parte perché,
se davvero ve la sentiste di mollare tutto in un futuro prossimo
e di tentare una esperienza del genere,
sappiate che con quello che a Roma serve per comprarsi non una casa ma un posto auto scoperto, qui,
dandosi da fare e usando la testa e la fantasia,
potreste comprare un pezzetto di terra,
magari proprio nei luoghi di cui abbiamo appena narrato,
e mettere su un attività che,
se pure non vi farà arricchire,
può dare tante belle soddisfazioni e offrire la possibilità di godersela davvero.
Noi ci stiamo già lavorando e cerchiamo qualcuno disposto a investire somme contenute,
magari per tirare su un bel centro ecoturistico da queste parti….
Stay tuned! Ora al lavoro che i nostri ospiti, che in questo caso hanno passaporti brasiliani, belgici, australiani e irlandesi,
reclamano giuste attenzioni.
A presto,
Enrico e Giancarla.


P.s.: purtroppo al nostro ritorno la piccola Iside si è ammalata e,
dopo aver combattuto come una tigre contro i parassiti che la hanno assalita,
ha chiuso gli occhi esausta e ci ha privato della sua dolcezza e intelligenza.
La natura è bella quanto crudele alle volte,
ma almeno lei è giusta e tratta tutti allo stesso modo.
E, quanto a noi, abbiamo fatto il possibile, ma non è bastato…
le nostre lacrime ci ricordano quanto sia complicato amare anche una creaturina di 100 grammi,
ma va bene così.

2° p.s.: a proposito di facebook, chiediamo scusa agli amici a cui ancora non abbiamo risposto ma qui la connessione va a carbone e usiamo internet soprattutto per lavorare e informarci, oltre che per il blog…

La casa di Leleo




martedì 11 novembre 2008

Eppure Gasperino non capisce....



Nell’attesa che si concretizzi l’agognata partenza per la nostra breve vacanza, cerchiamo di sistemare le ultime cose e, soprattutto, di fare cassa visto che abbiamo incidentalmente notato che le nostre finanze, al momento, non sono propriamente floride e considerato che non vorremmo alimentarci con caccia e pesca nè dormire su una spiaggia.

L’addetto al recupero crediti sono io, anche se ad incutere timore e determinare l’apertura del portafoglio è, solitamente, la presenza austera di Giancarla.
Vedremo.
Natalia è stata debitamente istruita e Marli non ne ha bisogno,
lei istruisce noi a dire il vero.
I gatti sono stati avvisati ma non sono certo che abbiano inteso che scappiamo….soprattutto da loro!!!
Stasera ultima lezione di capoeira e domattina,
mentre i nostri clienti si staranno gettando sulla colazione,
contiamo di allontanarci di soppiatto e finalmente abbandonare la nave al destino che l’attende in nostra assenza.
Il comando,
in ossequio alla tradizione maschilista che pervade l’isola,
verrà assunto da Gasperino,
che ha già dato prova di affidabilità ed estrema serietà.
Noi, dopo uno scalo nella cittadina fluviale di Valença, faremo rotta su Boipeba, isoletta tanto,ma tanto tropicale.
Qui abbiamo già un impegno: andare a trovare Alexia, una ragazza svedese dai tratti mediterranei che fa la massaggiatrice (Gianca ne approfitterà sicuramente) e Lion, il suo compagno Israeliano che, quando non segue i lavori della casa che si stanno costruendo sull’isola, fa il DJ ed accudisce il loro figlioletto di pochi mesi.
Da qui,
se non cambiamo piani, vorremmo raggiungere la bellissima spiaggia di Morerè, trovarci un bungalow da qualche parte,
di sicuro in mezzo alla natura,
e non fare nulla.
Forse arrivare fino a Cova Da Onça, un piccolo villaggio di pescatori a un ora di trattore, ma giusto perchè c’è il “comedor” della madre di Gustavo,
il nostro prode “pedrero” che ricorderete alle prese con gli scarichi della pousada.
(Breve parentesi: Gustavo è sempre una grande risorsa, ma alla brasiliana: nel senso che, per finire un lavoro di pittura, che lo stesso aveva sciaguratamente subappaltato ad un tizio adir poco maldestro, è venuto a lavorare anche domenica scorsa.
Però, essendo domenica, ha fatto fuori un frigobar di birre, s’è tumefatto e addormentato su uno dei letti della stanza da ripittare.
Inutile aggiungere che le cui pareti in oggetto, al lunedì mattina, ricordavano la copia malriuscita di un Pollock neanche dei migliori.
Ma fortunatamente la trattativa conclusa da Giancarla non prevede il pagamento a cottimo e quindi il buon Gustavo tornerà presto da sobrio per porre mano alle opportune rifiniture. )

E comunque, mentre noi altri ci perdiamo dietro a queste storielle, Gasperino ci ascolta e osserva il mondo…
e poi si informa e legge….
e pensa e ci ripensa….
eppure Gasperino non capisce….

sabato 8 novembre 2008

Ma ‘o sai che c’è?! Noi se piamo na bella vacanza!!! (forse)


Ebbene sì,
dopo tanti mesi di lavoro pressoché ininterrotto,
trovandoci sull’orlo dell’esaurimento fisico e mentale,
saturi di vedere gente tutti i giorni tutto il giorno e francamente spaventati dall’arrivo ormai prossimo dell’estate e delle orde di turisti, gitanti, comitive e famigliole in ferie,
abbiamo deciso di allontanarci qualche giorno dalla Pousada
per farci a nostra volta ospitare in qualche località da queste parti.
Non abbiamo molto tempo a disposizione, così non ci allontaneremo troppo dall’isola:
diciamo il necessario per non sentire miagolare i gatti e squillare il telefono.
Aho!
Non pensate male:
lo sappiamo benissimo che,
agli occhi di chi sta in patria a sorbirsi i freddi d’autunno e ci sente dire che,
pur vivendo ai tropici e gestendo una semplice pensioncina sulla spiaggia,
abbiamo bisogno di una vacanza,
potremmo apparire senza vergogna!
E’ che questo fantastico lavoro non prevede sabato né domenica;
l’orario di apertura o di chiusura che sia, per noi, non ha senso vivendo all’interno ed “insieme” alla nostra attività!
E poi il mare stanca, non si dice così!?
E Giancarla in questo momento mi fa casualmente notare che sono ormai quasi sei mesi che ci siamo trasferiti da queste parti e cinque che abbiamo la pousada!
‘Aspita come vola il tempo!
Mi sembra ieri e invece, nel frattempo, sono già successe un sacco di cose…
Ad esempio,
quando abbiamo lasciato il mondo “occidentale” per quello tropicale,
non c’era un presidente USA di colore!
C’era,
quello purtroppo sì,
un mentecatto pluriinquisito che parla sempre a sproposito e che ti fa vergognare di essere italiano,
soprattutto in un posto dove fino a due generazioni fa vigeva lo schiavitù con frusta e catene,
del tipo che il nonno del tuo vicino è figlio di schiavi.
Ma si sa,
questi negri non hanno un filo di senso dell’umorismo.
Altro che abbronzati!
Comunque, torniamo a noi ed alla nostra vacanza.
Stiamo decidendo dove andare e, soprattutto, organizzando la partenza e le consegne da passare ai nostri affidabili sostituti!
Cioè Marli.
Marli lavora con noi ed è un po’ il nostro angelo protettore.
Lei, oltre a svolgere le sue quotidiane mansioni di cucina e faccende,
provvederà a supplire, nelle rispettive incombenze, Giancarla
(dispensa, fornitori, lavanderia, conti da pagare, gestione del personale – che poi è sempre Marli - preparazione dei dolci per gli ospiti, etc…)
e me
(…sinceramente non mi viene in mente niente…….)
E poi che ci resta…
Ah, già, i gatti!
Per questo non c’è problema:
non essendo disponibile nelle vicinanze un domatore di tigri,
ripieghiamo ben volentieri sulla nostra amica Nati,
che appena Iside e Gasperino sono approdati a casa già se li spupazzava allegramente,
come certifica la foto annessa all’ultimo, recente post.
Natalia è una ragazza di 28 anni, colombiana, e gira il sudamerica mantenendosi con la propria attività di artigiana.
Specializzata in Macramè, ossia tessitura con nodi, etc..etc… che anche Giancarla sta imparando.
E’ molto spiritosa, discende da una famiglia della borghesia di Bogotà, con un padre che nel tempo libero fa l’inventore (avete mai visto un freesbee tascabile, che si accartoccia!?) ed un fratello commercialista: Lei, dopo essersi laureata in lingue e aver lavorato in qualche impresa, ha deciso di viaggiare con il proprio lavoro di artigiana e spesso sta qui con noi.
Sarà bravissima!
E’ la prima volta che li lasciamo per più di due ore e so che Giancarla,
in un qualche momento del viaggio,
verserà lacrime riconducibili ad una sorta di senso di colpa “isterico”,
sulla falsariga di come tanti mammiferi fanno con la gravidanza.
Ieri è andata a cercare un buon nido per Iside perchè dice che è molto dotata.
Gasperino no.
Appena abile, a lavorare!
Adesso comunque Giancarla sta meglio.
Così almeno dicono quei signori in camice bianco che ne tengono sotto osservazione il comportamento.
Ma è chiaro che una vacanza le serve,
e se la merita.
Mentre scrivo è sabato e con Gianca, appunto, abbiamo deciso di svuotare la pousada per partire più tranquilli.
Infatti non siamo usciti a cercare clienti e non abbiamo insistito perché quelli già ospitati prolungassero la propria permanenza.
E naturalmente ci sono arrivate sette persone per passaparola e varie, che,
aggiunte a quelle che già avevamo,
rischiano di far slittare la nostra partenza…
Vedremo!
Comunque se non ci trovate vuol dire che siamo scappati su qualche spiaggia in qualche isoletta qua intorno..
Tuda joia e belleza!
Baci,
E.

P.s.: auguri a Giulia e Lorena (scusino entrambe il tempismo).

venerdì 7 novembre 2008

Iside e Gasperino



Al Morro abbiamo pochi amici.
Ma pessimi.
Ad esempio c’è Deca, uno dei primi ragazzi del posto che abbiamo conosciuto.
Avrà 27 o 28 anni e, pur essendo nero, i suoi capelli ricci degradano verso un biondo dorato tirato fuori a forza dall’abuso di mare, sale e, presumibilmente, acqua ossigenata.
Deca è sposato con una ragazza dolcissima di origine giapponese ma tanto brasiliana che, trasferitasi a Kyoto per studiare, a momenti impazzisce se non si sbrigano


a riportarla sulle spiagge di Bahia.
(a proposito: da queste parti sposato è chi dorme sotto lo stesso tetto, “enamorados” tutti gli altri, bando alle ipocrisie ed ai titoli formali!)
Insieme lavorano all’inizio della quarta praia dove, accanto ad un bellissimo e lussuoso resort affacciato sulle piscine naturali create dai coralli e dalle maree, affittano maschere per lo snorkeling e vendono portabottiglie a tracolla, fatti all’uncinetto da lei.
Le attività di famiglia si svolgono all’ombra di una capanna un metro per due, recentemente costruita in bambù e foglie di palma dal nostro amico, armato di macete e della sua proverbiale flemma e allegria!
Ora questo bravo ragazzo, l’altra notte, non ha potuto far altro che scovare me e Giancarla mentre, in una notte umida e ventosa, facevamo quattro passi nascosti nel buio della primera praia nell’attesa di recarci a cena…
l’arrivo inaspettato di Deca non ci ha colti di sorpresa in quanto ci è stato anticipato da un assordante polifonia di gridolini, provenienti da uno scatolone che, coprendo la persona che lo sosteneva tra le braccia, ne lasciava scorgere unicamente il sorriso luminoso, di chi sa già di aver trovato o, meglio, di essere stato portato, dal destino, ad incrociare le persone giuste al momento giusto.
Giunti alla luce di una lampada generosamente lasciata accesa da una pousada nei pressi, abbiamo potuto ammirare il contenuto dello scatolone ed il prezioso carico che qualcuno aveva pensato bene di adagiare all’interno di un cesto della spazzatura: una bela cucciolata di mostriciattoli urlanti ed affamati!
Nonostante cercassi di ostentare, non so poi perché, un certo distacco come a dire “ eh…sarebbe bello poterne prendere uno..peccato che….”, è apparso da subito evidente che un paio di quei Gremilins rinseccoliti e semiciechi avrebbe finito per allietare i nostri giorni brasiliani!
Ne abbiamo tirati su due quasi a caso: abbiamo infilato sotto le nostre magliette, per ripararli dal vento, praticamente i primi due sgorbi che hanno in qualche modo, attirato la nostra attenzione!Persino Giancarla, che può impiegare giorni per scegliere cosa ordinare al ristorante o cosa indossare per andarci a mangiare, ha tirato fuori dal cilindro lo scheletrino in un battito di ciglia!!!
Sempre il caso ha voluto che io abbia pescato una femminuccia mentre Giancarla si sia accollata un maschietto, come confermatoci da una procace ragazza locale che, evidentemente esperta, a seguito di una rapida scandagliata, ha potuto illuminarci circa i rispettivi apparati genitali.
Naturalmente la mia onesta compagna ed il fidato amico, non so quanto per malizia e quanto per ignoranza, hanno dolosamente omesso di avvertirmi, al momento dell’adozione, circa le necessità minime di un gatto con pochi giorni di vita.
Tant’è che ci sono rimasto un po’male quando Giancarla ha accennato al fatto
che, circa ogni tre ore (del giorno e della notte!) avremmo dovuto accudire i vampirelli e nutrirli con un pezzetto di stoffa intriso di latte fino al raggiungimento dello svezzamento…
Poco dopo, tuttavia, mi sono trovato a cullare un sacchetto di pulci che peserà 100 grammi da bagnato, con la pancia gonfia e la testolina collassata sul palmo della mano, la qual cosa mi ha rimesso in pace perfino con il sonno accumulato in questi mesi di frenetica vita verdeoro.
Naturalmente è subito partito il totonome: dopo aspro dibattito circa l’opportunità di affibbiare ai trovatelli gli altisonanti nomi appartenuti a noti personaggi mitologici, il fatto che nessuno dei due si ricordasse, ancorchè vagamente, le vicende riguardanti gli epici titolari dei nomi ci ha fatto desistere e optare per qualcosa di più vicino alle nostre origini.
Mi sa che ci abbiamo azzeccato tant’è che, seppure ancora mezzi ciechi, Gasperino e ‘a sora Iside sembrano riconoscere i rispettivi appellativi e gli epiteti oltraggiosi che spesso e volentieri ne accompagnano la declamazione…
Gasperino è un pizzico più tranquillo, Iside, specializzata in evasioni, non ha pace.
Noi tentiamo di farli star buoni a forza di somministrare latte a mezzo siringa e a furia di coccole, con risultati purtroppo non corrispondenti alle nostre aspettative….
e allora dai a piangere e miagolare fino alla successiva ra
zione di cibo, anche soprattutto a notte fonda!
E insomma eccoci qua, la famiglia si allarga e la pousada si arricchisce di altri personaggi, stavolta animali….
Ora scusateci ma vi lasciamo,
dobbiamo allattare!
A presto,
Enrico e Giancarla


P.S.:
non è che vada tutto rose e fiori, sia ben chiaro!Siamo stanchi morti,i miei vestiti odorano di latte acido e piscio di gatto,
probabilmente abbiamo anche le pulci e,
dulcis in fundo,
Giancarla mi guarda e scuote il capo in segno di continua disapprovazione circa il modo in cui affronto queste nuove responsabilità!
Nonostante tutto!