venerdì 7 novembre 2008

Iside e Gasperino



Al Morro abbiamo pochi amici.
Ma pessimi.
Ad esempio c’è Deca, uno dei primi ragazzi del posto che abbiamo conosciuto.
Avrà 27 o 28 anni e, pur essendo nero, i suoi capelli ricci degradano verso un biondo dorato tirato fuori a forza dall’abuso di mare, sale e, presumibilmente, acqua ossigenata.
Deca è sposato con una ragazza dolcissima di origine giapponese ma tanto brasiliana che, trasferitasi a Kyoto per studiare, a momenti impazzisce se non si sbrigano


a riportarla sulle spiagge di Bahia.
(a proposito: da queste parti sposato è chi dorme sotto lo stesso tetto, “enamorados” tutti gli altri, bando alle ipocrisie ed ai titoli formali!)
Insieme lavorano all’inizio della quarta praia dove, accanto ad un bellissimo e lussuoso resort affacciato sulle piscine naturali create dai coralli e dalle maree, affittano maschere per lo snorkeling e vendono portabottiglie a tracolla, fatti all’uncinetto da lei.
Le attività di famiglia si svolgono all’ombra di una capanna un metro per due, recentemente costruita in bambù e foglie di palma dal nostro amico, armato di macete e della sua proverbiale flemma e allegria!
Ora questo bravo ragazzo, l’altra notte, non ha potuto far altro che scovare me e Giancarla mentre, in una notte umida e ventosa, facevamo quattro passi nascosti nel buio della primera praia nell’attesa di recarci a cena…
l’arrivo inaspettato di Deca non ci ha colti di sorpresa in quanto ci è stato anticipato da un assordante polifonia di gridolini, provenienti da uno scatolone che, coprendo la persona che lo sosteneva tra le braccia, ne lasciava scorgere unicamente il sorriso luminoso, di chi sa già di aver trovato o, meglio, di essere stato portato, dal destino, ad incrociare le persone giuste al momento giusto.
Giunti alla luce di una lampada generosamente lasciata accesa da una pousada nei pressi, abbiamo potuto ammirare il contenuto dello scatolone ed il prezioso carico che qualcuno aveva pensato bene di adagiare all’interno di un cesto della spazzatura: una bela cucciolata di mostriciattoli urlanti ed affamati!
Nonostante cercassi di ostentare, non so poi perché, un certo distacco come a dire “ eh…sarebbe bello poterne prendere uno..peccato che….”, è apparso da subito evidente che un paio di quei Gremilins rinseccoliti e semiciechi avrebbe finito per allietare i nostri giorni brasiliani!
Ne abbiamo tirati su due quasi a caso: abbiamo infilato sotto le nostre magliette, per ripararli dal vento, praticamente i primi due sgorbi che hanno in qualche modo, attirato la nostra attenzione!Persino Giancarla, che può impiegare giorni per scegliere cosa ordinare al ristorante o cosa indossare per andarci a mangiare, ha tirato fuori dal cilindro lo scheletrino in un battito di ciglia!!!
Sempre il caso ha voluto che io abbia pescato una femminuccia mentre Giancarla si sia accollata un maschietto, come confermatoci da una procace ragazza locale che, evidentemente esperta, a seguito di una rapida scandagliata, ha potuto illuminarci circa i rispettivi apparati genitali.
Naturalmente la mia onesta compagna ed il fidato amico, non so quanto per malizia e quanto per ignoranza, hanno dolosamente omesso di avvertirmi, al momento dell’adozione, circa le necessità minime di un gatto con pochi giorni di vita.
Tant’è che ci sono rimasto un po’male quando Giancarla ha accennato al fatto
che, circa ogni tre ore (del giorno e della notte!) avremmo dovuto accudire i vampirelli e nutrirli con un pezzetto di stoffa intriso di latte fino al raggiungimento dello svezzamento…
Poco dopo, tuttavia, mi sono trovato a cullare un sacchetto di pulci che peserà 100 grammi da bagnato, con la pancia gonfia e la testolina collassata sul palmo della mano, la qual cosa mi ha rimesso in pace perfino con il sonno accumulato in questi mesi di frenetica vita verdeoro.
Naturalmente è subito partito il totonome: dopo aspro dibattito circa l’opportunità di affibbiare ai trovatelli gli altisonanti nomi appartenuti a noti personaggi mitologici, il fatto che nessuno dei due si ricordasse, ancorchè vagamente, le vicende riguardanti gli epici titolari dei nomi ci ha fatto desistere e optare per qualcosa di più vicino alle nostre origini.
Mi sa che ci abbiamo azzeccato tant’è che, seppure ancora mezzi ciechi, Gasperino e ‘a sora Iside sembrano riconoscere i rispettivi appellativi e gli epiteti oltraggiosi che spesso e volentieri ne accompagnano la declamazione…
Gasperino è un pizzico più tranquillo, Iside, specializzata in evasioni, non ha pace.
Noi tentiamo di farli star buoni a forza di somministrare latte a mezzo siringa e a furia di coccole, con risultati purtroppo non corrispondenti alle nostre aspettative….
e allora dai a piangere e miagolare fino alla successiva ra
zione di cibo, anche soprattutto a notte fonda!
E insomma eccoci qua, la famiglia si allarga e la pousada si arricchisce di altri personaggi, stavolta animali….
Ora scusateci ma vi lasciamo,
dobbiamo allattare!
A presto,
Enrico e Giancarla


P.S.:
non è che vada tutto rose e fiori, sia ben chiaro!Siamo stanchi morti,i miei vestiti odorano di latte acido e piscio di gatto,
probabilmente abbiamo anche le pulci e,
dulcis in fundo,
Giancarla mi guarda e scuote il capo in segno di continua disapprovazione circa il modo in cui affronto queste nuove responsabilità!
Nonostante tutto!

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