lunedì 8 dicembre 2008

Tanti auguri a me!

Che bel compleanno, sono proprio felice!
Mi piacciono quei compleanni di cui qualche anno dopo ti ricordi!
Questo non lo scordo,
non fosse altro perchè,
pur essendomi capitato in varie occasioni di trascorrere la ricorrenza lontano da Roma,
forse per la prima volta mi succede in un luogo che in qualche forma sento come casa.
I giorni speciali non sono mai come te li immagini…
L’unica cosa su cui avevo azzeccato, per fortuna,
quando qualche mese fà, appena arrivato, ci pensavo su,
è stato che nel giorno del mio primo compleanno brasiliano ci sarebbe stata Giancarla vicino a me.
Di questo ero certo.
E non era poi una cosa così scontata visto che,
garantisco,
vivere insieme 24 ore al giorno tutti i giorni e condividere,
magari con gioia ma comunque per forza,
vita privata, lavoro, riposo, amici, tutto….
beh,
non è semplice e può mettere a dura prova anche le coppie più affiatate.
Noi ce la stiamo cavando, spero.
E Lei è stata dolcissima in questo giorno speciale…
e non è solo perché si è prodotta in crostate di nutella e paste al forno…
le leccornie che ci siamo cucinati e dedicati,
accompagnate con adeguato cabernet cileno,
sono nulla accanto alla leggera squisitezza con cui mi ha coperto di affetto,
colmando il vuoto inevitabile creato dalla lontananza delle tante persone care con cui,
a Roma,
avrei presumibilmente trascorso il 7 dicembre.
Il resto della giornata è scorso pacato,
tra i piccoli impegni discendenti dalla gestione della pousada ed i vari, simpatici incontri che,
più o meno quotidianamente, ti capita di fare in questa isola.
E così, ad esempio, mi sono goduto una birra con Nestor,
incontenibile e sornione ragazzo argentino che gestisce da vari anni un ostello col quale siamo in sana, fraterna concorrenza e che, il giorno 11, compie i suoi 44 anni
(guarda alle volte la cabala).
Nestor,
anche se non ne ho mai parlato prima,
è una delle persone la cui frequentazione,
da quando siamo qui,
più rafforza la nostra convinzione circa la scelta fatta.
E’ una brava persona,
sempre piena di consigli e di una carica positiva e canzonatoria che nei giorni grigi ti tira su il morale.
E ti da la sensazione che il comportarsi bene verso il proprio prossimo nella vita paghi.
Infine,
a chiudere il cerchio,
la serata e la cena hanno visto la partecipazione della nostra immancabile ed adorabile Natalia che,
quando non sparisce in compagnia di Gasperino (….?),
è impegnata a tessere i propri prodotti artigianali e ad insegnare a Giancarla le tecniche macramè per intrecciare bracciali, orecchini, farfalle e tutto ciò che la fantasia suggerisce loro.
La”Colombiana” fa parte della famiglia, oramai vive qui con noi e ci divertiamo insieme.
In mezzo a tutto questo i tantissimi messaggi di auguri che mi sono arrivati,
anche grazie agli orwelliani canali di facebook,
da parte di tanti e tanti amici
e che da quaggiù fanno ancora più piacere…
E, naturalmente, un indimenticabile collegamento via Skype con la mia famiglia che,
nel frattempo,
festeggiava i 33 anni di mia sorella gemella Maurizia.
Il collegamento in webcam,
come nella migliore tradizione,
è stato preceduto ed ostacolato da vari inconvenienti tecnici che,
tuttavia,
hanno contribuito ad aumentare la suspance per questo evento tecnologico che di botto ha spedito la mia famiglia,
tradizionalmente affezionata al videoregistratore a cassette,
nell’era del digitale applicato!Sembrava un po’ di assistere al filmato del primo uomo atterrato sulla luna anche perché,
a causa dei capricci del lap top – blue tooth di mio padre
(chi l’avrebbe mai detto che mio padre ne avrebbe mai posseduto uno collegandosi addirittura oltreoceano con Skype?!),
l’intera comitiva è stata costretta,
alle 23.00 ora locale,
ad effettuare la connessione in giardino al freddo e al gelo e circondata dal buio.
Che altro…nulla,
solo grazie ancora a chi ha rivolto da questa parte un pensiero affettuoso!
A presto,
E.

Auguri Maurizia!
Hai visto che anche quest’anno non mi sono scordato?!


P.S.: per quanti chiedono notizie di Gasperino:
il nostro ha trascorso un periodo difficile durante il quale è arrivato prima a gettarsi dalla veranda della pousada, con un volo di 3 metri e mezzo
(lui è 12 centimetri al garrese…tranquilli, tutto a posto, gli è rimasta solo una cicatrice, che lui peraltro ritiene molto sexy, sul labbro inferiore sinistro);
rintronato dalla caduta, ma tutto intero, ha poi pensato di chiudersi nel frigorifero dove lo abbiamo casualmente rinvenuto semigelato e frignante.
Fortunatamente questo periodaccio sembra passato e,
forse per dimenticare,
il giovanotto,
di questi tempi,
si lasciato andare ad una esistenza bohemiana fatta di piacevoli distrazioni, vizi ed amichette.
Lui,
qui ritratto tra le braccia di Natalia,
vi manda un timido saluto.



giovedì 4 dicembre 2008

Il Morro de Sao Paulo, di questi tempi…


Tanto eravamo presi a raccontarvi i fatti nostri che, ultimamente, abbiamo un po’ trascurato di descrivere il luogo in cui viviamo e la dolce evoluzione che questa stupenda isoletta dell’atlantico sta vivendo in armonia con il succedersi delle stagioni.
Sono i primi di Dicembre e l’estate subentrerà a questa caldissima primavera dal prossimo giorno 21: con lei arriveranno le orde di turisti che, ancora con la pancia piena delle delizie natalizie, si riverseranno in massa sulle coste per dare inizio alla festa!
Ed allora affiliamo le armi per farci trovare pronti al “Revelliòn” che, oltre a traghettarci nel 2009, darà il “là” a tre mesi che ci auguriamo intensi!
Altra data da tenere a mente, qui al Morro, è il 25 di Febbraio: infatti il giorno successivo alla fine del Carnevale,
affollatissimo in Salvador,
migliaia di persone raggiungono la nostra allegra isola per quella che viene chiamata da sempre la”Resacca”!

Questo termine,
che solitamente sta ad indicare la sensazione che identifica un serio dopo sbronza,
assume,
se rapportato al Morro,
il significato di una quattro giorni in cui,
invece che lasciar smaltire gli eccessi delle celebrazioni del Carnevale e con la scusa di raggiungere un luogo di relax e vita salubre,
si provvede a proseguire la festa fino allo sfinimento.
Come dire: peggio la toppa del buco!
Le ultime piogge, veramente abbondanti, rinfrescano l’aria per qualche ora ancora e lavano la sabbia che compone spiagge e viottoli del villaggio.
Una mezza tromba d’aria ieri sera, sulla nostra veranda, ha fatto volare sedie e tavoli imbanditi, per non parlare della”Churraschera” carica di pesce che avevamo genialmente deciso di attrezzare per goderci la notte di lampi e pioggia,
in compagnia di alcune amiche e di un buon Souvignon argentino!
Ovviamente la inaspettata violenza degli agenti atmosferici ha determinato un immediato black out con il risultato che,

nel buio della notte tempestosa,
le uniche cose visibili a terra erano i pezzi di carbonella incandescenti che cercavamo di non calpestare,
scalzi come sempre,
nel tentativo disperato di recuperare i pezzi di pesce sparsi in giro!
Non so se siamo riusciti nell’intento,

fatto sta che Gasperino,
particolarmente attivo nelle ricerche che lo hanno impegnato fino a notte fonda, la mattina seguente aveva un bel sorriso compiaciuto spalmato sulla faccia,
puzzava più del solito e dormiva spaparanzato sul divano,
panzetta al vento e bocca aperta.
Ma già il sole è tornato a splendere!
Ed allora tutti in spiaggia…
E.
(a proposito, questa è la Segunda Praia, ossia il giardino di casa nostra, come si presenta di questi tempi)





martedì 25 novembre 2008

Gasperino, dicevamo...



Gasperino,
dicevamo,
sta crescendo in fretta!

Saranno i sovradosaggi di latte e omogeneizzato,
sarà il sole di queste parti,
o forse il fatto che la natura fa il suo corso e che il destino lo prepara ad un avvenire duro ed avventuroso…
fatto sta che ormai, il nostro, ha raggiunto la considerevole stazza di 175 grammi!Praticamente è quasi pronto per il campionato brasiliano dei pesi massimi!
Ora il ragazzotto, contrariamente a quanto potrebbero suggerire vecchi stereotipi, accanto ai suoi agili e possenti muscoli, sta affinando anche la propria sottile ed acuta mente….
Certo che la giovane età fa sì che, ad oggi, la confusione che annebbia le idee del nostro sia ancora molta;
tuttavia una sana fiducia nei propri mezzi consente a Gasperino di misurarsi con i misteri della vita, se non proprio alla pari, senza nemmeno troppa soggezione.
Ed allora Gasperino, nel suo pacato osservare ciò che lo circonda, non può fare a meno di rivolgere a se stesso alcuni pressati interrogativi, dalla cui risoluzione (che, ahi noi, sappiamo essere ben lungi dall’esser prossima) dipende la serenità del suo divenire.
Gasperino, tra le tante cose, si chiede spesso:
"chi siamo?
Perché siamo?
E, soprattutto, ma si può sapere dove cazzo stiamo andando!?!?!"

(Gasperino quando è nervoso diventa molto volgare!)
Cioè, non è che i suoi orizzonti siano poi così vasti: benché egli abbia sempre lo zaino pronto e sia disposto all’avventura, la sua giovane età non gli ha ancora consentito di allontanarsi oltre la spiaggia qui di fronte, visitata peraltro sotto l’amorevole controllo di Giancarla.
Il punto è che, sulla base delle sporadiche informazioni che questi capta qua e là,
non gli appare chiaro il senso del nostro dibatterci e la costante infruttuosità di nostri sforzi…
Io provo a spiegargli ma, vi giuro, il confronto con la sua incolpevole ingenuità, alle volte, è frustrante!
L’altro giorno, ad esempio, ho incautamente lasciato aperta la pagina web di un sito che parla di economia e lui, non avendo altri impegni, si è letto tutti gli articoli!
Quando io e Giancarla siamo tornati a casa, ignari dell’accaduto, lo abbiamo trovato pensieroso e visibilmente irritato.
Si è scolato con sfacciata noncuranza una siringa ricolma di latte e tuorlo d’uovo e, una volta rimessosi in forze, ci ha chiuso all’angolo con una serie di fastidiose quanto imbarazzanti domande:
“ma fateme capi’ ‘na cosa!”
ha sbottato così, di punto in bianco…
“dicci amore di casa, che succede?”
e lui,
“ma tutto sto casino, no…gente che perde il lavoro, chi je torgono casa, quell’artri che hanno lavorato ‘na vita pe’ mette da parte du’ sordi poi vanno ‘n banca e trovano uno tutto ‘mpomatato e sorridente che je dice investi qua, compra là,
e dopo qualche mese se trovano senza ‘na lira….”
Allora noi:
“si tesoro lo sapp…”
E subito lui: “Zitti! Fateme fini’!!!”
“Scusa…
Dicci caro!”
“Allora, se ho capito bene, se te hai i soldi li porti in banca…”
“Certo, è più sicuro…”
“Se poi ti servono i soldi li chiedi in prestito alla banca.”
“Esatto.”
“Un bel giorno la banca decide de presta’ soldi a tutti, anche a chi non ha lavoro, a chi ‘sti soldi non glieli darà mai più indietro.
Poi la banca, pe' falla breve, a forza de prende e vende crediti, pezzi der mutuo tuo e della rata de’ a machina mia, n’impiccio tira l’artro, e un ber giorno dice: aho, qua n’c’avemo più ‘na lira!
Non è che magari lo stato, cioè sempre noi, ce po’ da ‘na mano….?”
“In un certo qual modo…”.
“E non solo noi je li damo, e pure tanti…
Mo’ questi dicono che sti sordi nun bastano e che c’è e’ rischio che n’ce ridanno manco quelli che j’avevamo dato noi (tanto che era più sicuro…)!”
“Sì figliolo, però, vedi…”
“E a ggente nun se ‘ncazza!?!?! O j’abbasta vede’ annà ‘n galera quelli che hanno fatto er danno?”
“No Gasperi’…
a parte che se non sei negro, o almeno scuretto, in Italia in galera non ci vai! Anzi, in questi casi, semmai fai carriera…
comunque, dicevamo, il fatto è che alterarsi, la gente, si altera pure…
è che diviene ruolo della politica a questo punto…”
“Della politica!!!! Ma chi, D’Alema, Fassino e quell’artri fenomeni che stavano a fa l’impicci co’ Unipol, i furbetti der quartierino, etc…oppure er pelato sempre arapato che ‘na banca cell’ha proprio!?!
‘nnamo bbene…”.

“Vabbè Gasperi’! C’hai venti giorni, sei giovane, stai in Brasile: vattene al mare, gioca a pallone, conosci gente.. magari qualche bella micetta…o quanto meno rilassati con un po’ di TV…papino se vuoi ti mette la parabola così vedi anche le partite della magica e l’Isola dei Famosi, che ne dici caro?”
“Ma… a me me sa che ve sete tutti rincojoniti…te sempre su quer cristo de facebook,
e poi c’hai sempre ne 'o zaino i libri de Orwell;
quel’artra co’ Buddha, i karma, i mantra, pare che vo’arivà a conosce er segreto dell’universo e nun s’accorge che ve stanno a fa’ ‘n culo così qua, sulla terra…….”
“Gasperino porta rispetto ai tuoi genitori adottivi!!! Non ti permettere, sai…”
“Se, vabbè, ho capito va’!
Ciao, io vado da “Dice 10” a famme ‘n quartino de latte corétto…!”
Poi esce e torna sempre più tardi, ciondolante ma con un furore in fondo agli occhi… accende la sua lampada da tavolo e studia fino a notte fonda…
Giancarla ed io siamo sempre più preoccupati...
lui dice che, un giorno di questi, se je gira fa un casino!
Bah, speriamo bene…

martedì 18 novembre 2008

E allora beccateve questa!!!

Ci eravamo lasciati in partenza per le isolette che compongono la costa del Dendè, qui nello Stato di Bahia, dalle parti del Morro di San Paolo, Brasile.
Era già nostra intenzione raccontare come abbiamo trascorso questa breve vacanza dagli adempimenti quotidiani connessi alla gestione della pousada:
inoltre abbiamo ricevuto vari messaggi da parte di tanti amici i quali,
dopo aver espresso la propria felicità per il tipo di vita che stiamo conducendo da queste parti,
non hanno potuto fare a meno di mandarci tanti velati “vaffa” una volta saputo che,
evidentemente non appagati dal vivere e lavorare sulla spiaggia la cui foto apre il blog che state leggendo,
avevamo deciso di concederci un viaggietto zaino in spalla alla ricerca di posti nuovi ed emozioni differenti.
Ed allora,
una volta tornati a casa e letti gli improperi provenuti in tutte le forme e le vie di comunicazione immaginabili,
abbiamo pensato che la cosa migliore,
in questi casi,
non consista nel dare a vedere il senso di colpa che ci attanaglia per avervi abbandonato nella nostra povera patria,
bensì sia quella di insistere e di metterci il carico!
Quindi lasciatevi raccontare quanto possa essere bello lasciarsi alle spalle questo lavoro pur stupendo,
saltare su un gommone carico di turisti in gita,
farsi dare un passaggio su una spiaggia semi deserta
e mettersi in cammino per vedere dove si arriva e magari cosa ci sia oltre la punta di roccia che il nostro sguardo intravede alla fine dell’orizzonte.
Tolti i sandali,che sulla sabbia non servono, ed armati di tanta voglia di camminare abbiamo incontrato il primo villaggio,
dove un simpatico conducente di trattore,
unico mezzo motorizzato su tutta l’isola,
ci ha accompagnato
(ma solo dopo aver trascorso un oretta a chiacchierare sdraiati sull’erba)
per foreste e sentieri fino ad uno sperduto paesino di pescatori dove non c’è telefono e le poche attività esistenti,
ossia un comedor e un mercatino,
chiudono alle 5 del pomeriggio.
Qui abbiamo cominciato ad esplorare le spiagge deserte del luogo e la foresta che le lambisce
fino a notare un piccolo cartello di legno che indicava la possibilità di affittare un posto per dormire.
E’ stata una piacevolissima sorpresa trovare,
nascosta nella vegetazione ma a pochi metri dal mare,
la casetta costruita da Leleo,
un ventenne nativo del luogo che,
utilizzando solamente materiali portati dal mare o sottratti alla foresta,
ha tirato su una piccola opera d’arte.
Due piani in legno, fango pressato e paglia; finestre basculanti in giunchi e vimini, un piccolo bagno, cucinino e lavello, scala e stanza da letto con verandina tondeggiante in legno di biriba e, naturalmente, amaca dove dondolarsi al suono delle onde che si frangono vicine,
con sottofondo creato dai mille rumori della foresta….
Il tutto per una quindicina di euro a notte.
Qui ci siamo rilassati due o tre giorni cucinandoci il pesce sfilato dalle reti appena ritirate ed interrompendo il nostro dolce far niente solo per passeggiare lungo la costa e tra le mangrovie,
scambiare due chiacchere con i locali davanti ad una immancabile bottiglia di birra,
facendo giusto attenzione a non incappare in uno dei tanti serpenti velenosissimi ma non aggressivi che popolano questo tratto di natura incontaminata.
Quando la voglia di vedere altro ancora si è fatta sentire,
abbiamo approfittato della bassa marea per risalire la costa a piedi,
fermandoci di quando in quando a fare un bagno o riposare all’ombra delle palme,
fino ad arrivare,con qualche ora di cammino,
in una splendida pousada di conoscenti brasiliani
(Emi ed Alessandra, dovreste vedere quanto è cresciuto il pony!)
e dunque ad un porticciolo da cui ripartire alla volta di casa.
A questo punto approfittiamo di questo post per mandare una affettuosa risposta collettiva a quanti, soprattutto su Facebook,
hanno espresso un pizzico di sana e genuina invidia per chi,
come noi,
si ritrova al caldo di questa primavera di Bahia.
Ragazzi,
possiamo solo dire questo:
cercate di mettere qualche soldo da parte perché,
se davvero ve la sentiste di mollare tutto in un futuro prossimo
e di tentare una esperienza del genere,
sappiate che con quello che a Roma serve per comprarsi non una casa ma un posto auto scoperto, qui,
dandosi da fare e usando la testa e la fantasia,
potreste comprare un pezzetto di terra,
magari proprio nei luoghi di cui abbiamo appena narrato,
e mettere su un attività che,
se pure non vi farà arricchire,
può dare tante belle soddisfazioni e offrire la possibilità di godersela davvero.
Noi ci stiamo già lavorando e cerchiamo qualcuno disposto a investire somme contenute,
magari per tirare su un bel centro ecoturistico da queste parti….
Stay tuned! Ora al lavoro che i nostri ospiti, che in questo caso hanno passaporti brasiliani, belgici, australiani e irlandesi,
reclamano giuste attenzioni.
A presto,
Enrico e Giancarla.


P.s.: purtroppo al nostro ritorno la piccola Iside si è ammalata e,
dopo aver combattuto come una tigre contro i parassiti che la hanno assalita,
ha chiuso gli occhi esausta e ci ha privato della sua dolcezza e intelligenza.
La natura è bella quanto crudele alle volte,
ma almeno lei è giusta e tratta tutti allo stesso modo.
E, quanto a noi, abbiamo fatto il possibile, ma non è bastato…
le nostre lacrime ci ricordano quanto sia complicato amare anche una creaturina di 100 grammi,
ma va bene così.

2° p.s.: a proposito di facebook, chiediamo scusa agli amici a cui ancora non abbiamo risposto ma qui la connessione va a carbone e usiamo internet soprattutto per lavorare e informarci, oltre che per il blog…

La casa di Leleo




martedì 11 novembre 2008

Eppure Gasperino non capisce....



Nell’attesa che si concretizzi l’agognata partenza per la nostra breve vacanza, cerchiamo di sistemare le ultime cose e, soprattutto, di fare cassa visto che abbiamo incidentalmente notato che le nostre finanze, al momento, non sono propriamente floride e considerato che non vorremmo alimentarci con caccia e pesca nè dormire su una spiaggia.

L’addetto al recupero crediti sono io, anche se ad incutere timore e determinare l’apertura del portafoglio è, solitamente, la presenza austera di Giancarla.
Vedremo.
Natalia è stata debitamente istruita e Marli non ne ha bisogno,
lei istruisce noi a dire il vero.
I gatti sono stati avvisati ma non sono certo che abbiano inteso che scappiamo….soprattutto da loro!!!
Stasera ultima lezione di capoeira e domattina,
mentre i nostri clienti si staranno gettando sulla colazione,
contiamo di allontanarci di soppiatto e finalmente abbandonare la nave al destino che l’attende in nostra assenza.
Il comando,
in ossequio alla tradizione maschilista che pervade l’isola,
verrà assunto da Gasperino,
che ha già dato prova di affidabilità ed estrema serietà.
Noi, dopo uno scalo nella cittadina fluviale di Valença, faremo rotta su Boipeba, isoletta tanto,ma tanto tropicale.
Qui abbiamo già un impegno: andare a trovare Alexia, una ragazza svedese dai tratti mediterranei che fa la massaggiatrice (Gianca ne approfitterà sicuramente) e Lion, il suo compagno Israeliano che, quando non segue i lavori della casa che si stanno costruendo sull’isola, fa il DJ ed accudisce il loro figlioletto di pochi mesi.
Da qui,
se non cambiamo piani, vorremmo raggiungere la bellissima spiaggia di Morerè, trovarci un bungalow da qualche parte,
di sicuro in mezzo alla natura,
e non fare nulla.
Forse arrivare fino a Cova Da Onça, un piccolo villaggio di pescatori a un ora di trattore, ma giusto perchè c’è il “comedor” della madre di Gustavo,
il nostro prode “pedrero” che ricorderete alle prese con gli scarichi della pousada.
(Breve parentesi: Gustavo è sempre una grande risorsa, ma alla brasiliana: nel senso che, per finire un lavoro di pittura, che lo stesso aveva sciaguratamente subappaltato ad un tizio adir poco maldestro, è venuto a lavorare anche domenica scorsa.
Però, essendo domenica, ha fatto fuori un frigobar di birre, s’è tumefatto e addormentato su uno dei letti della stanza da ripittare.
Inutile aggiungere che le cui pareti in oggetto, al lunedì mattina, ricordavano la copia malriuscita di un Pollock neanche dei migliori.
Ma fortunatamente la trattativa conclusa da Giancarla non prevede il pagamento a cottimo e quindi il buon Gustavo tornerà presto da sobrio per porre mano alle opportune rifiniture. )

E comunque, mentre noi altri ci perdiamo dietro a queste storielle, Gasperino ci ascolta e osserva il mondo…
e poi si informa e legge….
e pensa e ci ripensa….
eppure Gasperino non capisce….

sabato 8 novembre 2008

Ma ‘o sai che c’è?! Noi se piamo na bella vacanza!!! (forse)


Ebbene sì,
dopo tanti mesi di lavoro pressoché ininterrotto,
trovandoci sull’orlo dell’esaurimento fisico e mentale,
saturi di vedere gente tutti i giorni tutto il giorno e francamente spaventati dall’arrivo ormai prossimo dell’estate e delle orde di turisti, gitanti, comitive e famigliole in ferie,
abbiamo deciso di allontanarci qualche giorno dalla Pousada
per farci a nostra volta ospitare in qualche località da queste parti.
Non abbiamo molto tempo a disposizione, così non ci allontaneremo troppo dall’isola:
diciamo il necessario per non sentire miagolare i gatti e squillare il telefono.
Aho!
Non pensate male:
lo sappiamo benissimo che,
agli occhi di chi sta in patria a sorbirsi i freddi d’autunno e ci sente dire che,
pur vivendo ai tropici e gestendo una semplice pensioncina sulla spiaggia,
abbiamo bisogno di una vacanza,
potremmo apparire senza vergogna!
E’ che questo fantastico lavoro non prevede sabato né domenica;
l’orario di apertura o di chiusura che sia, per noi, non ha senso vivendo all’interno ed “insieme” alla nostra attività!
E poi il mare stanca, non si dice così!?
E Giancarla in questo momento mi fa casualmente notare che sono ormai quasi sei mesi che ci siamo trasferiti da queste parti e cinque che abbiamo la pousada!
‘Aspita come vola il tempo!
Mi sembra ieri e invece, nel frattempo, sono già successe un sacco di cose…
Ad esempio,
quando abbiamo lasciato il mondo “occidentale” per quello tropicale,
non c’era un presidente USA di colore!
C’era,
quello purtroppo sì,
un mentecatto pluriinquisito che parla sempre a sproposito e che ti fa vergognare di essere italiano,
soprattutto in un posto dove fino a due generazioni fa vigeva lo schiavitù con frusta e catene,
del tipo che il nonno del tuo vicino è figlio di schiavi.
Ma si sa,
questi negri non hanno un filo di senso dell’umorismo.
Altro che abbronzati!
Comunque, torniamo a noi ed alla nostra vacanza.
Stiamo decidendo dove andare e, soprattutto, organizzando la partenza e le consegne da passare ai nostri affidabili sostituti!
Cioè Marli.
Marli lavora con noi ed è un po’ il nostro angelo protettore.
Lei, oltre a svolgere le sue quotidiane mansioni di cucina e faccende,
provvederà a supplire, nelle rispettive incombenze, Giancarla
(dispensa, fornitori, lavanderia, conti da pagare, gestione del personale – che poi è sempre Marli - preparazione dei dolci per gli ospiti, etc…)
e me
(…sinceramente non mi viene in mente niente…….)
E poi che ci resta…
Ah, già, i gatti!
Per questo non c’è problema:
non essendo disponibile nelle vicinanze un domatore di tigri,
ripieghiamo ben volentieri sulla nostra amica Nati,
che appena Iside e Gasperino sono approdati a casa già se li spupazzava allegramente,
come certifica la foto annessa all’ultimo, recente post.
Natalia è una ragazza di 28 anni, colombiana, e gira il sudamerica mantenendosi con la propria attività di artigiana.
Specializzata in Macramè, ossia tessitura con nodi, etc..etc… che anche Giancarla sta imparando.
E’ molto spiritosa, discende da una famiglia della borghesia di Bogotà, con un padre che nel tempo libero fa l’inventore (avete mai visto un freesbee tascabile, che si accartoccia!?) ed un fratello commercialista: Lei, dopo essersi laureata in lingue e aver lavorato in qualche impresa, ha deciso di viaggiare con il proprio lavoro di artigiana e spesso sta qui con noi.
Sarà bravissima!
E’ la prima volta che li lasciamo per più di due ore e so che Giancarla,
in un qualche momento del viaggio,
verserà lacrime riconducibili ad una sorta di senso di colpa “isterico”,
sulla falsariga di come tanti mammiferi fanno con la gravidanza.
Ieri è andata a cercare un buon nido per Iside perchè dice che è molto dotata.
Gasperino no.
Appena abile, a lavorare!
Adesso comunque Giancarla sta meglio.
Così almeno dicono quei signori in camice bianco che ne tengono sotto osservazione il comportamento.
Ma è chiaro che una vacanza le serve,
e se la merita.
Mentre scrivo è sabato e con Gianca, appunto, abbiamo deciso di svuotare la pousada per partire più tranquilli.
Infatti non siamo usciti a cercare clienti e non abbiamo insistito perché quelli già ospitati prolungassero la propria permanenza.
E naturalmente ci sono arrivate sette persone per passaparola e varie, che,
aggiunte a quelle che già avevamo,
rischiano di far slittare la nostra partenza…
Vedremo!
Comunque se non ci trovate vuol dire che siamo scappati su qualche spiaggia in qualche isoletta qua intorno..
Tuda joia e belleza!
Baci,
E.

P.s.: auguri a Giulia e Lorena (scusino entrambe il tempismo).

venerdì 7 novembre 2008

Iside e Gasperino



Al Morro abbiamo pochi amici.
Ma pessimi.
Ad esempio c’è Deca, uno dei primi ragazzi del posto che abbiamo conosciuto.
Avrà 27 o 28 anni e, pur essendo nero, i suoi capelli ricci degradano verso un biondo dorato tirato fuori a forza dall’abuso di mare, sale e, presumibilmente, acqua ossigenata.
Deca è sposato con una ragazza dolcissima di origine giapponese ma tanto brasiliana che, trasferitasi a Kyoto per studiare, a momenti impazzisce se non si sbrigano


a riportarla sulle spiagge di Bahia.
(a proposito: da queste parti sposato è chi dorme sotto lo stesso tetto, “enamorados” tutti gli altri, bando alle ipocrisie ed ai titoli formali!)
Insieme lavorano all’inizio della quarta praia dove, accanto ad un bellissimo e lussuoso resort affacciato sulle piscine naturali create dai coralli e dalle maree, affittano maschere per lo snorkeling e vendono portabottiglie a tracolla, fatti all’uncinetto da lei.
Le attività di famiglia si svolgono all’ombra di una capanna un metro per due, recentemente costruita in bambù e foglie di palma dal nostro amico, armato di macete e della sua proverbiale flemma e allegria!
Ora questo bravo ragazzo, l’altra notte, non ha potuto far altro che scovare me e Giancarla mentre, in una notte umida e ventosa, facevamo quattro passi nascosti nel buio della primera praia nell’attesa di recarci a cena…
l’arrivo inaspettato di Deca non ci ha colti di sorpresa in quanto ci è stato anticipato da un assordante polifonia di gridolini, provenienti da uno scatolone che, coprendo la persona che lo sosteneva tra le braccia, ne lasciava scorgere unicamente il sorriso luminoso, di chi sa già di aver trovato o, meglio, di essere stato portato, dal destino, ad incrociare le persone giuste al momento giusto.
Giunti alla luce di una lampada generosamente lasciata accesa da una pousada nei pressi, abbiamo potuto ammirare il contenuto dello scatolone ed il prezioso carico che qualcuno aveva pensato bene di adagiare all’interno di un cesto della spazzatura: una bela cucciolata di mostriciattoli urlanti ed affamati!
Nonostante cercassi di ostentare, non so poi perché, un certo distacco come a dire “ eh…sarebbe bello poterne prendere uno..peccato che….”, è apparso da subito evidente che un paio di quei Gremilins rinseccoliti e semiciechi avrebbe finito per allietare i nostri giorni brasiliani!
Ne abbiamo tirati su due quasi a caso: abbiamo infilato sotto le nostre magliette, per ripararli dal vento, praticamente i primi due sgorbi che hanno in qualche modo, attirato la nostra attenzione!Persino Giancarla, che può impiegare giorni per scegliere cosa ordinare al ristorante o cosa indossare per andarci a mangiare, ha tirato fuori dal cilindro lo scheletrino in un battito di ciglia!!!
Sempre il caso ha voluto che io abbia pescato una femminuccia mentre Giancarla si sia accollata un maschietto, come confermatoci da una procace ragazza locale che, evidentemente esperta, a seguito di una rapida scandagliata, ha potuto illuminarci circa i rispettivi apparati genitali.
Naturalmente la mia onesta compagna ed il fidato amico, non so quanto per malizia e quanto per ignoranza, hanno dolosamente omesso di avvertirmi, al momento dell’adozione, circa le necessità minime di un gatto con pochi giorni di vita.
Tant’è che ci sono rimasto un po’male quando Giancarla ha accennato al fatto
che, circa ogni tre ore (del giorno e della notte!) avremmo dovuto accudire i vampirelli e nutrirli con un pezzetto di stoffa intriso di latte fino al raggiungimento dello svezzamento…
Poco dopo, tuttavia, mi sono trovato a cullare un sacchetto di pulci che peserà 100 grammi da bagnato, con la pancia gonfia e la testolina collassata sul palmo della mano, la qual cosa mi ha rimesso in pace perfino con il sonno accumulato in questi mesi di frenetica vita verdeoro.
Naturalmente è subito partito il totonome: dopo aspro dibattito circa l’opportunità di affibbiare ai trovatelli gli altisonanti nomi appartenuti a noti personaggi mitologici, il fatto che nessuno dei due si ricordasse, ancorchè vagamente, le vicende riguardanti gli epici titolari dei nomi ci ha fatto desistere e optare per qualcosa di più vicino alle nostre origini.
Mi sa che ci abbiamo azzeccato tant’è che, seppure ancora mezzi ciechi, Gasperino e ‘a sora Iside sembrano riconoscere i rispettivi appellativi e gli epiteti oltraggiosi che spesso e volentieri ne accompagnano la declamazione…
Gasperino è un pizzico più tranquillo, Iside, specializzata in evasioni, non ha pace.
Noi tentiamo di farli star buoni a forza di somministrare latte a mezzo siringa e a furia di coccole, con risultati purtroppo non corrispondenti alle nostre aspettative….
e allora dai a piangere e miagolare fino alla successiva ra
zione di cibo, anche soprattutto a notte fonda!
E insomma eccoci qua, la famiglia si allarga e la pousada si arricchisce di altri personaggi, stavolta animali….
Ora scusateci ma vi lasciamo,
dobbiamo allattare!
A presto,
Enrico e Giancarla


P.S.:
non è che vada tutto rose e fiori, sia ben chiaro!Siamo stanchi morti,i miei vestiti odorano di latte acido e piscio di gatto,
probabilmente abbiamo anche le pulci e,
dulcis in fundo,
Giancarla mi guarda e scuote il capo in segno di continua disapprovazione circa il modo in cui affronto queste nuove responsabilità!
Nonostante tutto!

venerdì 17 ottobre 2008

17 ottobre


17 ottobre, mezzanotte e venti al Morro De Sao Paulo, isoletta tropicale a 60 miglia da Salvador De Bahia.
Ci eravamo lasciati sulle note distorte della situazione italiana e della sensazione che si ha da quaggiù…
Sarà che in queste ultime settimane io e Giancarla, divenuti ormai parte di questa comunità brasiliana, volenti o nolenti ci siamo trovati a fare i conti con la nuova vita e con i suoi effetti su di noi.
E prendersela con l’Italia, obiettivamente, è più facile….!
Ma un grande poeta, Pablo Neruda, diceva che “l’importante non è nascere, ma rinascere!”
Ecco, qui abbiamo la fortuna di poterci permettere di rinascere ogni giorno, decidendo di essere, magari, differenti rispetto al giorno prima!
Di trovare un pretesto per coltivare una qualche parte migliore di noi stessi!
E su questo ci fa sponda il flusso di personaggi che si affacciano alla nostra locanda assolata!
Oggi, ad esempio, nonostante una guida ubriacona ci abbia fatto scappare una coppia di norvegesi che aveva pure prenotato, la nostra vita lavorativa ed anche sociale si è arricchita di un insegnante di Yoga cinquantenne, di Washington D.C. (come dice lui);
di una trentacinquenne biondina inglese che tempesta di domande Giancarla, costringendola a sforzi immani di improvvisazione anglofona/anglofoba;
di un paffuto e sorridente giovanotto brasiliano (credo “Paulista”…) in ferie!
Con loro due esili ragazzette argentine, in giro con lo zaino in spalla.
Domani chissà!?
Un buon materiale umano su cui curiosare, scambiandosi impressioni e sparando ipotesi circa i nostri sorridenti visitatori.
E’ un sensazione strana e finanche struggente quella di conoscere delle persone differentissime da te, abituarti alla loro quotidiana presenza e poi sentirti dire che da li a poco fanno il check out, e insomma ripartono; ti ridanno le chiavi, gli asciugamani, e chissà quando e se ci si rivede!
Non capita tutti i giorni ma spesso! Ed è una emozione grande, ogni volta.
E poi ci sono le persone care che ti vengono a trovare, come mamma Elmuccia, appena ripartita alla volta di casa dopo una breve ma intensa permanenza presso i nostri confortevoli alloggi.
Credo che il posto le sia piaciuto e che ora comprenda appieno la nostra felicità,
certo è che il Morro non ha dato proprio il meglio di sé, in questi 10 giorni….
Troppi imprevisti e grigie piogge hanno offuscato le virtù di questo remoto avamposto…..
non abbastanza, per fortuna, da impedire di apprezzarne la vera natura che tanto lo rende speciale.
Paradossalmente, anzi, quanti vi trascorrono una permanenza segnata dal maltempo e da alcune disavventure son proprio coloro che, in una forma o in un’altra, più ne serbano l’affetto.
Noi, comunque, aspettiamo domani per un altro giorno di sole e di lavoro;
e per chiudere la giornata con l’ultimo allenamento settimanale di capoeira….!!!
E poi c’è la notte dell’isola che pure non ci vede spesso protagonisti…
ma che stavolta, magari…..!
Vabbè,
comunque sia si è fatta l’ora di riabbracciare il letto e Giancarla che vi è sprofondata.
Sospinti dall’eco lontana dei canti e delle danze che si susseguiranno fino alla mattina e che, dalla spiaggia ove si tengono, giungono fino alle nostre parti, vi stringiamo in un caldo abbraccio tropicale e, a quanti ne avranno piacere, mandiamo il nostro affettuoso invito a quando vorranno volgere un pensiero a noi ed a questi luoghi.
Buonanotte,
E.

P.s.: benvenuto Filippo!

domenica 12 ottobre 2008

Un po’ di sana meditazione……..!


Tempi duri, almeno dalle parti di casa…
E se qui non scriviamo molto è perché abbiamo tante cose da fare e poco tempo, ma anche perché ti passa la voglia di raccontare alle persone a cui vuoi bene che qui si sta da dio, che tutto va alla grande, etc… mentre in Italia si sprofonda in una crisi (prima di tutto culturale ed emotiva) senza precedenti…
Qui nulla è facile, sia ben chiaro!
In questo piccolo paradiso abbiamo comunque iniziato a fare un lavoro totalmente nuovo, in una lingua che non conosciamo, lottando con una concorrenza spietata da parte di persone che invece sono da tempo inseritissime nel mercato turistico, circondati di altri che, per il solo fatto di essere europei, ci considerano come galline dalle uova d’oro a cui cercare di spillare il possibile…
Insomma non è una passeggiata e vivendo di turismo (brasiliano ma soprattutto europeo e statunitense) anche noi soffriamo le contrazioni economiche che si stanno verificando a livello mondiale, da cui, peraltro, questo paese è tutt’altro che immune.
Il punto è che ce ne siamo andati già consci di tutto ciò, ma ancor più spaventati dalla prospettiva di restare in un paese, l’Italia, affetto da una depressione dilagante, a nostro avviso generata dal senso di impotenza che oramai affligge la maggior parte delle teste pensanti di nostra conoscenza.
Perché, è la nostra sensazione, a differenza di quanto accade in molti altri paesi europei e non solo, il distacco tra la vita ed i bisogni reali dei nostri consimili, rispetto a quanto ci raccontano ed alle decisioni che vengono assunte in nostro nome, è divenuto abissale!
Anche se forse è stato sempre così, mai come oggi sentiamo di non essere rappresentati da NESSUNO, abbiamo la certezza che chi ci comanda, a tutti i livelli, non fa i nostri interessi e non si preoccupa del benessere della comunità, ma risponde unicamente a finalità di conservazione dell’una o dell’altra casta di riferimento.
Questa infezione, che scardina le difese immunitarie di qualsiasi congiunto sociale, è endemica: la capacità di arruolare nuove leve, tra quanti fino a ieri dicevano di non tollerare questo stato di cose, è tale da aver consentito che questo orrore sia penetrato in ogni anfratto della moderna esistenza.
la garanzia (che poi il più delle volte è semplicemente una illusione) riguardo al fatto che il tutelare gli interessi della propria parrocchietta con i metodi più disonesti, possa perpetuare situazioni di vantaggio e privilegio nei confronti della massa,
ha determinato una frattura enorme tra chi vive (o vorrebbe vivere) una vita normale fatta di lavoro, famiglia, giusti sacrifici e meritati riposi, e quanti, invece, svenderebbero la madre ai beduini, figurarsi i propri principi, pur di continuare a far parte di quella collettività ristretta la cui esistenza, perpetrata per mezzo dell’omertà, della cooptazione, della corruzione, consente a costoro di vivere al di sopra di quanto impegno e capacità effettive gli permetterebbero.
Tutto questo lo sapevamo: che l’Italia non sia mai riuscita a staccarsi da una mentalità feudale dove il ruolo del signorotto è ricoperto, a seconda dei casi, dalla mezza tacca calatasi in politica, dall’uomo d’ordine, dal prelato affarista,
non è una novità.
Ma allora ci si chiede come mai questa mentalità mafiosa sia penetrata tanto a fondo che, oramai, anche quando andiamo ad una riunione di condominio abbiamo la sensazione che di quindici presenti, ce ne siano sempre tre o quattro che la sanno lunga e che, in un modo o nell’altro faranno ricadere sugli altri gli oneri svaligiando questo semplice quanto inevitabile consesso di eventuali onori.
Ai sociologi ed agli storici una risposta che abbia la pretesa di spiegare compiutamente l’accaduto; agli indovini l’azzardo di indicare a cosa tutto questo ci porterà!
Ma la sensazione è che, in principio, abbiano fatto di tutto per distrarci, per convincerci che l’importante, per vivere bene, fosse avere, possedere, utilizzare e potersi permettere di gettare;
una volta, poi, che questa forma di raggiro è entrata nelle nostre menti, mediante una apparente distribuzione di benessere che assolutamente non ci potevamo permettere,
si è arrivati al punto in cui è chiaro a tutti come questo psicofarmaco collettivo, che ci ha confinati laddove non si riesce più ad intravedere ciò che realmente desideriamo e che è nostro diritto ottenere (cioè il bene COMUNE), non può essere somministrato oltre:
soprattutto perché da stato predatore siamo oramai divenuti stato quotidianamente depredato.
Ed allora entra in gioco la PAURA:
fare paura a tutti perché, portandoci a pensare che il nostro vicino, che chi non fa parte del nostro stesso gruppo di interessi, che il diverso rappresenti il pericolo da rifuggire, ci privano della nostra unica speranza.
Spezzando il sottile filo della solidarietà, precludendo alle genti il privilegio di poter ascoltare chi ha già imparato la lezione o, più spesso, possiede ancora una semplicità ed una purezza che gli fa rigettare questa isteria collettiva,
contribuisce al protrarsi dei privilegi appannaggio delle categorie che questa PAURA contribuiscono ad alimentare e diffondere.
E a nostro modesto avviso gli untori non sono solo quanti, in barba a nostro diritto di sapere ed essere informati, detengono il controllo dell’istruzione o della propaganda;
il danno forse più grave è operato da parte di quanti (tanti) perpetuano questi metodi al fine di conservare un piccolo, minuscolo vantaggio rispetto ai propri consimili, avvelenano i pozzi con comportamenti siffatti, facendo finta di non sapere che il costo del bicchiere d’acqua fraudolentemente estratto comporta il progressivo pregiudizio della falda che, domani, avrebbe dovuto dissetare tutti, avvelenatore incluso.
Ma la paura è tale che il singolo uomo, cui sia data l’opportunità di saltare la fila, di sottrarre la propria spalla al peso del giogo collettivo, non se ne cura, tanto è assillato dall’ansia di dover rinunciare, lui e di suoi cari, a qualcuno degli ammennicoli e delle tante stupidaggini il cui possesso lo illude di poter riempire vuoti molto più ampi.
Forse la nostra più grande fortuna, in questo momento, non è quella di vivere su di una bella spiaggia, di vedere la pousada che lavora bene, di frequentare gente allegra e spensierata in quanto in vacanza: la nostra più grande fortuna è quella di aver ritrovato la fiducia, di aver avuto la prova che, con tutte le difficoltà del caso (che,lo ripetiamo, non sono né poche né da poco), dandosi da fare e, quali che siano i quotidiani segni di senso contrario, riponendo fiducia nel proprio prossimo, si può riacquistare la serenità e scacciare la paura.
Basta guardare alle cose per come le sentiamo: e allora apparirà evidente che spesso chi ha più di noi (e magari lo ha ottenuto in maniera fraudolenta) vive nel terrore che ciò gli venga a propria volta sottratto; che il rinunciare a sedere ad un qualche tavolo ci consente di andare a letto sereni; che chi, invece, calpesta gli altri pur di soddisfare questa ansia di fuga dalla propria misera realtà, non sta meglio e non va invidiato, ha semplicemente rinnovato la propria polizza di fedeltà all’essere infelice e solo.
Quando ne saremo capaci sapremo anche sbugiardare i nostri quotidiani sopraffattori, con poche parole e con le convinzioni della nostra serenità urleremo che il re è nudo e che chi, con questo comportamento stupido oltre che inutile, scava la fossa in cui oggi sprofonda la collettività, merita unicamente la nostra indignazione ed il discredito sociale che ne deriva, unico vero deterrente al compimento di qualsiasi nefandezza, di valenza penale come etica.
Resistete e unitevi,
non ascoltate le sciocchezze con cui ci bombarda la propaganda e, soprattutto,
non abbiate paura:
fareste il loro gioco.
Un abbraccio a tutti,
in particolar modo a quanti,
per colpa di questo meccanismo bastardo e sanguisuga,
si vedono privati del proprio lavoro o vedono salire il prezzo del loro mutuo;
a quanti, come la nostra cara amica Lindaura ed i suoi figli, rischiano di pagare il prezzo di questo terrore collettivo a causa del color ebano della propria pelle;
a quanti, come i nostri amici vicentini Andrea e Sabrina, viene negata a suon di manganellate la possibilità di decidere sul futuro della propria comunità o anche solo di esprimere una opinione al riguardo.
Non abbiate paura.
E.

domenica 28 settembre 2008

Sogni di inizio primavera







E torniamo a scriverVi,

con tanta voglia di farlo…
I nostri pensieri volano veloci,

alleggeriti dal diradarsi delle nubi che hanno accompagnato questo frettoloso, ed ancora incompiuto cambio di stagione…
Il Morro,

come ad oggi non lo conosciamo,

si sta spogliando in fretta dei suoi abiti invernali e anche gli ultimi bar riaprono dopo mesi di riforme pazientemente operate con i lenti ritmi del lavoro ai tropici.
Anche noi,

nel nostro piccolo,

abbiamo affrontato i primi interventi di un certo impegno constatando piacevolmente come un fastidioso imprevisto che,

in tempi non troppo distanti e, per poco, non ancora una volta,

si sarebbe perfettamente potuto prestare ad un eccessivo nervosismo ed a scatti d’ira,
si sia rivelato,
invece,
la migliore occasione per osservarsi alle prese con il tipico contrattempo fisiologico a questo lavoro,
e per di più fianco a fianco con simpatici uomini e ragazzi del posto,
tutti “immersi” nella risoluzione dello stesso problema.
Una sorta di prova antincendio,
o di falso allarme tipo quelli che si fanno la prima sera sulle navi da crociera.
Solo che qui la merda di cui traboccavano i chiusini era vera,
ed a qualcuno potevamo ricordare, piuttosto, l’allegra orchestrina del Titanic,
riuscendo a gustarci allegramente ed impassibilmente anche quei 4 giorni passati tra tubi, chiusini, pompe idrauliche e calce…mentre il vascello appariva inabissarsi nelle “sabbie” mobili sottostanti il suo pesante ed ingolfato scafo.
Il tutto si è concluso con una bella parmigiana di melanzane e “presunto” locale,
sfornato da Giancarla alle 10 dell’ultima sera di lavori e rilassamente ingurgitata da noi due,
il buon Gustavo ed Everaldo,
cui alcuni alludono quale il mago dell’idraulica isolana e che,
presentatosi con una spavalda proposta concernente il riconoscimento di un pasciuto compenso a fronte della riuscita dell’intervento
(data dunque per scontata),
ha dovuto scendere a più miti consigli una volta constatata la impossibilità sua,
della pompa ad immersione da 2 KW, degli alambicchi e del tank,
di stappare le arteriosclerotiche tubature che corrono sotto la pelle della nostra pousada non più ragazzina!
E così noi altri,
novelli Homer Simpson di Buddista tempra nell’affrontare siffatti lavori,
abbiamo fatto la nostra parte (alludo soprattutto alla parmigiana) e,
tra un racconto di cantiere ed una birra a fine giornata,
ci siamo sentiti,
in qualche forma,
un po’ più parte della comunità locale ed un pizzico più brasiliani.
Naturalmente non credo ci sia bisogno di suggerire che,
in un villaggio iperturistico,
ma dove non ci sono neanche le strade figurarsi gli smorzi,
possano accadere cose del tipo andare ad affittare la pompa con un viaggio di un ora e un quarto di 4x4 all’interno del mato,
dal cugino di un tale che conosceva Everaldo;
per il tank è stato più semplice,
è bastato convincere un intraprendente residente locale a concederci in uso il proprio serbatoio dell’acqua ed a rimuoverlo con scale e funi dal tetto di casa,
provvedendo preventivamente a svuotarlo ed allagando dunque la stradina di sabbia dove tutti noi abitiamo con grande gioia degli infradecenni accorsi numerosi;
non ultimo imponendo l’astinenza igienica ai propri coinquilini e/o familiari a cambio della onesta somma di una ventina di vecchi euri giornalieri che
ci si augura (ma non ci giureremmo)
siano stati destinati solo in piccola parte all’immediata traduzione in liquore nazionale di infima qualità ed alto tasso alcolemico,
meglio nota come “cachaça”.
Tra le simpatiche visite di gradevoli coppie di viaggiatori, quali Maurizio e Monica, Jeff e Ciara, le nostre Priscilla e Daria e tanti ancora,
e gettato alle spalle un piccolo quanto istruttivo episodio alla “Cape Fear”,
potiamo i rami e gli eccessivi getti di palmette, piante fiorite e rampicanti vari che adornano la nostra locanda,
lucidiamo le placche ed oliamo i legni che la incorniciano e sostentano ,
per farci trovare pronti all’ondata di placido tepore che,
con il quietarsi degli eventi e lo sfoltire delle piogge,
avvolgerà di brillante limpidezza gli scorci di questa briciola di Brasile.
Rivolgendo un pensiero a casa, a tutti i mostriciattoli urlanti che stanno per venire a farci compagnia ed al mondo che troveranno,
non possiamo che abbracciare forte gli amici Andrea e Sabina che a Vicenza,
insieme a persone che non facciamo fatica ad immaginare semplici ed educate come questa unita coppia di viaggiatori,
protestano pacificamente per la costruzione di una enorme base militare in piena città,
semplicemente perché si rifletta sull’inutile quanto pericoloso scempio che si sta per compiere e chiedendo che sia lasciata al popolo la scelta sull’utilizzo del proprio territorio,
e vengono pesantemente bastonati dalle forze dell’ordine oramai a tutto asservite fuorché alla legge.
Una serata del genere non poteva che essere sospinta dalla colonna sonora di “In to the wild” e dallo stesso Eddie Vedder che,
con la cover di quella unica grande “Redemption Song” che,
anche da queste parti e nel nostro microscopico,
ci azzardiamo ogni tanto a gridare alla luna,
omaggia il sommo poeta del reggae e non solo.
Sogni d’oro a tutti quanti.

Morro De Sao Paulo, Bahia, 27.09.08.

martedì 16 settembre 2008

E intanto Giancarla continua a dondolarsi.....


Ragazzi anche qui la vita può essere molto dura!
E se è dura da queste parti….
E questa sorride e si dondola!
E pensare che alle volte…
Ma mai demordere o intristirsi, prendere tutto con serenità e calma olimpica!Certo che quando, in un periodo di magra, riesci a riempire la pousada contro ogni più rosea previsione, tutto giulivo te ne vai in spiaggia a goderti il meritato riposo ed in quel momento ti chiamano per dirti che tutte, dico tutte le docce sono attappate e se uno apre un rubinetto nella stanza 2, ad esempio, nella 5 salta il chiusino sul pavimento, e via di questo passo in una specie di battaglia navale dove ad ogni rilascio idrico corrisponde una imprevedibile eruzione in un locale a caso….
quando ci sono queste giornate, dicevamo, ti viene un po’ di sconforto… soprattutto quando ti rendi conto che gli intoppi sono causati da tonnellate di sabbia finissima trasportate, nonostante le molteplici raccomandazioni in senso contrario, dai piedoni incrostati dei nostri distratti ospiti….
Vabbè, che ci vuoi fare, è il nostro duro lavoro di pousaderi…
Basterà chiamare qualcuno dei numerosi baldi giovani che ci hanno spesso offerto i loro servigi!
Un paio sono irreperibili, un altro prima di sera non può (e noi già vediamo i nostri ospiti assetati di docce e lavandini, che tornano dal mare coperti di sale e (ti pareva) di sabbia……
Risponde Gustavo che però prima delle 5 non può, fortuna che stavolta Giancarla, invece di dire “ti prego fai presto”, azzarda un “vabbè allora cerco qualcun altro che….” E praticamente Gustavo è già sulla porta di casa!Trattandosi di un’opera di idraulica, ovviamente, è munito di una busta di plastica ed un cacciavite. Spuntato.
C’è da dire che però si è dato tanto da fare che, se anche a quanto pare non ha ancora risolto nulla, tutto quel sudare e rimestare nei fanghi fetidi con la mano avvolta dalla busta (ora capisco, non serviva a portare il cacciavite!) ha di fatto commosso i nostri ospiti (peraltro abituati a cose peggiori), le cui lamentele sono state oggettivamente contenute.
Io praticamente facevo da paraschizzi per le valigie e gli effetti dei clienti, ruolo di grande responsabilità che ritengo di aver ricoperto con il massimo profitto.
Tant’è che mi sono dovuto lavare praticamente con la candeggina tanta era la sozzura (proveniente da un pozzetto di scarico pubblico brasiliano, non dimentichiamolo) che mi portavo addosso.
Ora, mentre i miasmi della fogna rimasta aperta avvolgono le nostre altrimenti ospitalissime e profumate verande, ci rilassiamo alla luce di una luna incredibilmente piena…. aspettando che domani tutti se ne vadano al mare in modo di consentirci di riaprire allegramente tutti nostri tombini e pozzetti e “reimmergerci” nella soluzione del problema!
Certo è che, quando sarà passata e quale che sia l’ora, ci andremo a fare un bagno qui davanti… e questo basta.
Un ultima cosa: se ci volete bene, o anche se vi siamo lontanamente simpatici, ovunque vi troviate e qualsiasi cosa facciate, pulitevi sempre i piedi dalla sabbia prima di andare a fare la doccia; e non lo dico tanto per me, che prima frequentavo i tribunali italiani (quanto a igiene nulla da invidiare alle fogne brasiliane),
quanto per Gustavo, che è un bravo guaglione!
A presto,
E.

sabato 6 settembre 2008

Lasciate che i pargoli vengano a noi.....



Non ci si capisce più nulla….
Ci deve essere qualcosa nell’aria…tipo dei pollini…
Oppure tramite l’acqua…..
Beh,
insomma,
nessuno potrà negare che,

in questi ultimi tempi,
stiamo assistendo ad una sequela di contagi di vario tipo!
Prima quel rincoglionimento di massa che ha preso l’Italia negli ultimi anni e che sta producendo quello che sta producendo

(e quello ci ha preso tutti, o quasi: io credo che a diffondere il contagio sia stato quell’elettrodomestico apparentemente innocuo chiamato TV tant’è che dopo tre mesi di astinenza dal mezzo mi sento molto meglio! Anche se effettivamente soffro un po’ a non potermi aggiornare sui prossimi concorrenti dell’isola dei famosi… );
poi la temutissima (soprattutto da noi) sindrome “Del Vagabundinho” che,

come abbiamo avuto modo di spiegare nelle scorse settimane,
ha irrimediabilmente lasciato i suoi bacilli nel sangue di quanti si sono affacciati da queste parti, animali e piante inclusi;
e,

infine,
questa infornata di massa di creaturine che,
negli ultimi tempi,
hanno fatto o hanno preannunciato il loro arrivo!
E sì perché, mentre Cristian e Alessia, ad esempio, si fregano le mani nell’attesa che giungano i primi di Ottobre e, con loro, Filippo a far compagnia a Lucrezia, nel frattempo Lamberto e Iole spiegano a Valerio cosa significherà non essere più il solo bimbo in famiglia!
Celeste è grande e spigliata oramai, quindi comincerà presto a reclamare, a propria volta, la compagnia di un fratellino e lo stesso, non ho dubbi dovremo aspettarci da Jacopo che, di fronte al precoce quanto rapido invecchiamento dei suoi un tempo baldi genitori, avrà bisogno di energie fresche per mettere alla prova le sue forze sovrannaturali!

Pietro e Sabrina sono già avanti col lavoro visto che Giada ha cominciato a fare il conto alla rovescia per la nascita del fratellino/sorellina.
Sempre sul fronte Amatulli Elisa e Antonella hanno dato il loro contributo e Miriam, fresca fresca di sfornata, dovrà condividere i giochi con la cuginetta che la raggiunge subito!
Federica e Chicco aggiungono la terza perla alla collezione staccando tutti di un'altra misura!
Poi apro la mail e trovo Mirko che,

a caratteri cubitali,
mi annuncia che occhio e croce ha fatto centro e che,
dalle prime indiscrezioni fotografiche,
sembrerebbe trattarsi di masculo!
E da ultimo Camila,

atterrata ieri e sicuramente già al centro dell’attenzione di Matilda e dell’affetto di Gianluca… BRAVA BELLACRI!
Adesso riposati che te lo meriti….
E’ che a me queste cose mi preoccupano, dove vi metteremo tutti quanti?!
Toccherà iniziare a far fuori dei vecchi e a me i vecchi stanno simpatici (a parte la Soldatini) !!!
E con cosa vi sfameremo?
Ma non lo sapete che le riserve di Nutella nel mondo si stanno esaurendo!?
Mano male che Giancarla è troppo indaffarata a prendersi cura di me…altrimenti sarebbe troppo!
Beh comunque noi proponiamo,

nel giro di due o tre anni e sempre che io e Gianca siamo in giro per il mondo a gestire guest house,
di organizzare viaggi di gruppo per vagabondini neofiti under 10!
Gianca li lava col tubo, io penso al resto,
ve li inselvatichiamo un po’ e li rispediamo indietro!
E allora che dire….?
Andate e moltiplicatevi!
Saluti da questo strascico di infanzia che è la nostra esperienza brasiliana!

E.

P.S.: a proposito, quello nella foto è Giustino, o così almeno lo chiamo io, insegnante di surf, barman e aspirante playboy locale, nonché nostro primo fratellino adottivo dell’isola così anche noi “temos uma crianca”!!!

giovedì 4 settembre 2008

Qua, intanto, se magna, se beve e se canta.....



Un saluto veloce veloce e qualche foto del "Vagabundinho Bar" in piena attività notturna...

Per chi fosse interessato, inoltre, stamattina ho dato un'occhiata ai voli e con la Condor Airlines a fine mese, ma anche in un paio di date di ottobre, una sola andata Francoforte-Salvador costa 300 eurini (in Italia, fra qualche mese, ci si mangia una pizza e a Francoforte, per il transfer, ci vanno 415 compagnie low cost!!!).

E poi del biglietto di ritorno che ve ne fate?

Baci e abbracci!
E.

mercoledì 3 settembre 2008

E' tornata la pioggia.





Ebbene sì, dopo una settimana di tempo incredibilmente bello, è tornata la pioggia.
Ma mentre da quelle parti questo potrebbe far pensare ad un anticipo di autunno, qui intorno tutti accettano l’acquazzone tropicale che ha inondato l’isola perché sanno che si tratta di uno degli ultimi sprazzi d’inverno e che tra poco la primavera farà esplodere questa rigogliosissima isoletta.
E, comunque, questa sosta obbligata in scuderia ci voleva proprio visto che eravamo, e siamo, reduci di una gran nottata alla pousada.
Il compleanno di un simpatico trentanovenne irlandese,
capitato qui a risollevare i nostri umori piuttosto bassini in compagnia di un gruppetto di ventenni spensierati,
ci ha dato l’occasione per organizzare un festone nel “Vagabundinho Bar” con diversi amici accorsi a suonare e cantare in cambio di generose contropartite alcoliche, carne cotta al nostro “churrasquinho” e qualche caipirinha:
un botto di gente ed un successone!
Solo che oggi eravamo un po’ a pezzi… soprattutto io che in queste occasioni debbo rivestire il ruolo di padrone di casa con una ventina di vagabondi assetati quali sono i nostri compari locali.
Il Brasile, difficile a credersi, sa essere stressante.
Ad ogni modo questa giornata di pausa,
letteralmente piovuta dal cielo dopo un consistente anticipo d’estate (e che ritmi gente!),
ci ha anche fornito l’occasione per fare un po’ il punto,
almeno con noi stessi,
circa questi quasi tre mesi di vita e lavoro brasiliani.
Anche le visite di amici cari e di vecchia data come Marco, Sara, Emiliano, Dario, Alessandra, Luciana ci hanno messo,
forse per la prima volta da quando siamo qui,
di fronte ad uno specchio che,
per mezzo di personaggi a noi così vicini e dunque simili,
ci riflette per come siamo,
nel mezzo di questa piccola rivoluzione tropicale che ha investito le nostre vite.
E noi, guardandoci dentro, possiamo solo dire di essere felici e sereni per le scelte fatte.
Ora mi ritrovo con i miei amici a riprendere discorsi noti,
a porci domande che da tempo non trovano risposta,
ad esprimere la rabbia per una società che, oltre ad essere profondamente permeata di ingiustizia, non consente alle persone di esprimere ciò che sono e di dare il loro meglio ma,
al contrario,
si disinteressa della felicità della gente,
che è da tempo sparita dall’agenda in quanto non facilmente compatibile con determinati “interessi superiori”.
Ma non dico che venire qui significhi trovare la felicità,
né tanto meno dare una risposta a quei quesiti irrisolti che qui semplicemente assumono altre sembianze.
E’ solo che qui,
pure trovandosi al centro di un tornado di eventi e di emozioni,
immersi in una calma frenesia senza sosta,
si trova comunque il tempo di fare una passeggiata lungo la spiaggia e,
tirando quattro calci pigri alle onde,
riflettere su cosa stiamo facendo della nostra vita e di come fare per essere persone un pizzico migliori ogni giorno.
E questo,
ovunque ed a chiunque accada,
fa bene alle persone.
E magari ne avevamo proprio bisogno.
Quindi non dico assolutamente che sia necessario fare le valigie e correre all’aereoporto,
consiglio semmai a tutti,
se ne abbiamo la possibilità,
di concederci quattro passi senza meta di quando in quando….

Buonanotte,
la pousada è piena,
Giancarla è un fiore (con le spine),
ci mancano Celeste, Giada, Matilda, Jacopo, etc…!!!
Gli altri no!Non ancora…..

E.

sabato 23 agosto 2008

......dalla nostra finestra sul mondo....


E' mezzanotte e mezza qui al Morro De Sao Paulo, Baiha, Brasile....

e mentre Giancarla schiaccia un pisolino nell'attesa (o quanto meno con il proposito) di svegliarsi tra un po', bere un caffè ed uscire per locali, sono qui a portare un saluto e a raccontare quel che si osserva standosene affacciati alla nostra finestra che da sul pazzo mondo brasiliano!

A parte il lutto nazionale seguito ai tre fischi rimediati dall'Argentina alle olimpiadi, i nostri attuali concittadini sembrano condurre la solita imperturbabile vita.
I turisti, nonostante il costo dei voli dall'europa, cominciano ad abbondare ed un pizzico di benessere rende ancor più serena la quotidianità di questa gente semplice, senza tante pretese,la cui esistenza tranquilla finisce con lo scandire i ritmi di quest'isoletta dell'Atlantico.
La primavera alle porte rischiara i pomeriggi e calma le onde, impressionanti fino a pochi giorni fà.
E noi siamo qui, portiamo avanti la nostra pousada e cerchiamo di riempirla di gente che abbia voglia di divertirsi;
poi, da quando è partito l'esperimento del bistrot, la pousada ha preso nuova vita e vari amici lasciano abitualmente qui i loro strumenti musicali così che, qualche sera a settimana, partono delle belle jam session che, nonostante i nostri spazi risicati, vedono alternarsi tutti quelli del giro capaci di suonare uno strumento o cantare.
Insomma ce la passiamo bene.
Ora scusatemi ma è ora di svegliare Giancarla e vedere se mantiene fede ai suoi giulivi propositi serali.
Buonanotte e a presto,
E.
P.s.: proprio perchè èstata una bella giornata stasera, per cena, filetto di pesce in salsa di maracujà e salvia sulle note del bellissimo disco di Luca Flores, "For those I never knew".
Baci.

domenica 17 agosto 2008

"Vagabundinho Bar Bistrot"



…..Ci eravamo lasciati qualche tempo fa’ mentre eravamo alle prese con visite aliene di strani ceffi atterrati da non si sa bene dove… e,
come promesso,
eccoci qui a raccontare le nostre evoluzioni brasiliane!
Iniziamo a pensare che da queste parti si stia davvero bene…anche più di quanto crediamo io e Giancarla!
La pousada, infatti, nel corso delle poche settimane della nostra gestione, non si sa bene perché non si sa bene come, si è riempita di personaggi di ogni tipo e razza, umana ed animale (animale soprattutto).
Questa tendenza a stabilirsi dalle parti della Varanda Do Sol,

che poco scientificamente viene classificata come “Sindrome del Vagabundo”,
sembra essere endemica e consiste,
a quanto pare,
nella inconscia predisposizione di soggetti affamati quanto famelici,
una volta conosciuta l’ospitalità locale,
a trovare il modo di non lasciare più la pousada;
in vari casi che abbiamo avuto l’opportunità di constatare,

la medesima sintomatologia si risolve nel non inventare nemmeno una giustificazione o nel non creare un seppur minimo presupposto che motivi la non richiesta presenza di siffatti soggetti presso il nostro piccolo ed ospitale rifugio:
alcuni di essi,
anzi la maggior parte,
infatti semplicemente fanno la conoscenza del posto e da quel momento non schiodano più neppure se invitati a farlo.
Solo per fare alcuni nomi,

da qualche tempo godiamo della compagnia di Napoleone,
gatto inspiegabilmente paffuto e peloso per queste latitudini,
che si è presentato omaggiandoci di un granchio di mezzo chilo adagiato sull’entrata della sala delle colazioni.
Costui,

pur disponendo di una famiglia più che rispettabile che lo nutre e cura,
ultimamente preferisce starsene appollaiato in casa nostra o nei più disparati angoli della pousada,
incurante delle torture cui lo sottopongono gli ospiti più crudeli (di cui diremo tra breve),
salvo sparire nel momento in cui io o Giancarla lo cerchiamo per utilizzarlo in funzione antistress e lisciarci calli sul suo pelo bianco e rossiccio.
Adesso che gli volevamo scattare una foto, naturalmente, non c’è!
Il proprietario (si fa per dire) di Napoleone,

che si chiama Tudi e, quale carpentiere, alle volte ci aiuta a mettere qualche toppa al fasciame di questo vecchio battello alla deriva;
ogni tanto Tudi se lo viene pazientemente a riprendere, quanto meno per mostrare alla propria figlioletta che l’ingrato animale è ancora vivo.
Quanto a crudeltà (soprattutto verso animali, piante e propri coetanei consimili)

i bambini della “rua” non sono secondi a nessuno:
a dire il vero la sindrome li ha colpiti in forma lieve tant’è che la loro attrazione per questo luogo si consuma essenzialmente in brevi quanto intense crisi di astinenza che vengono rapidamente alleviate dalle merende di Giancarla o trovano sfogo in repentini giochi a nascondino negli anfratti del nostro pur piccolo ostello, dopodichè......
.....ma forse è meglio non terrorizzare i nostri lettori con il resoconto delle atrocità commesse dai solari e apparentemente innocui pargoli... ve li descriveremo meglio in occasione di halloween o di qualche truculenta ricorrenza.
Non mancano gli innumerevoli componenti della locale famiglia “Colibrì” i quali,

neonati compresi,
una volta apprezzata la dolcezza del miscuglio che quotidianamente viene messo a loro disposizione dai sottoscritti,
trascorrono le giornate a penzolare tra i fili elettrici qui davanti ed i dispensatori di “ambrosia” distribuiti sulle nostre verande.
Oggi, superando le diffidenze iniziali, uno di loro si è addirittura concesso il brivido di abbeverarsi alla mia mano: brutta cosa la fame, la golosità peggio ancora!
E poi, come è ovvio data l’abbondanza di creaturine umane di cui questi si nutre,

vi è il ”Marziano”:
questo apparente giovanotto, nonostante le evidenti difformità rispetto al creato a noi noto,
è stato ugualmente infettato dalla sindrome (vi è anche chi lo addita quale untore e dunque causa dell’epidemia che ci affligge),
non ne ha voluto sapere di tornare da dove è venuto e, pur di restare, ha messo sul piatto tutte le proprie capacità
(o comunque una serie impressionante di millanterie)
per convincerci a non rispedirlo sul suo pianeta…
Noi,

particolarmente sensibili ai drammi dell’emigrazione
(attualmente siamo membri di una comunità italo brasiliana di cinque milioni di elementi nonchè cittadini di uno stato che si sta distinguendo per accoglienza e fratellanza verso lo straniero, specie se zingaro e/o rumeno),
non abbiamo potuto far altro che inventare il modo di impiegarlo presso di noi in qualità di barman, suonatore di chitarra dal vivo, cuoco di barbecue, etc…e dunque,
insieme a lui,
abbiamo recentemente aperto,
nella sala della colazione,
un piccolo Bar - Bistrot – Churrascheria e lo abbiamo chiamato,
proprio per esorcizzare questa penosa sindrome che tutto ha originato e con un inconsapevole quanto amorevole omaggio a Charlie Chaplin,
“Vagabundinho Bar Bistrot”!!!
Che cosa aggiungere?!
Veniteci a trovare ma attenti: non esiste antidoto né vaccino e se il bacillo vi attacca non c’è nulla da fare, vi tocca restare qui!
(basti guardare lo sguardo soavemente beota di Emiliano ed Alessandra, recentemente contagiati…)

Noi vi abbiamo avvertiti….fate Voi!

Baci,
tanti,
E.



P.S.:Grazie a Laura (Madrid) e ad Emi ed Ale (Ostia Beach) per le belle foto.




domenica 3 agosto 2008

a loro piacciono le bionde....!



Eravamo rimasti alla apparizione notturna dello strano individuo venuto dallo spazio....

Costui, che in omaggio al grande Flaiano chiameremo "Il marziano" si è ormai stabilito dalle nostre parti e, con motivazioni del più vario tipo, che alle volte sono apparse anche un poco pretestuose(!?), ha sempre trovato, ad oggi, una ragione per frequentare la nostra pousada; non è particolarmente molesto e, quando non dondola su di un amaca con lo sguardo rivolto allo spazio dal quale dice di provenire, sperimenta misteriose misture con alambicchi argentati e strumenti da taglio, richiedendo costantemente la nostra approvazione circa l'appena operato. Allergico allo sforzo fisico che non sia svolto a fine di gioco e/o divertimento, "Il marziano" affronta gli impedimenti della giornata con calma flemmatica ed ottimismo (almeno apparente) incrollabile. Crediamo sia venuto sulla nostra terra al fine di infiltrarvisi e raccogliere informazioni anche se, a dire il vero, non sembra interessarsi poi molto a quello che lo circonda, si ciba, in nostra presenza, di frutta e carne in porzioni abbondanti ma nella norma, anche se c'è chi afferma di averlo visto ingoiare interi bambini, di carne grassoccia e teneramente bianca, dopo averli ruzzolati ben bene nell'argilla delle nostre spiagge, di cui pare vada ghiotto....

noi lo terremo d'occhio e, soprattutto, vi terremo aggiornati......!

E. e G.

martedì 29 luglio 2008

Nelle notti stellate di Bahia....


Nelle notti stellate di Bahia….

….strane presenze girovagano per la nostra veranda !
Incuriositi da rumori sinistri,
provenienti dal nostro balcone, abbiamo timidamente affacciato sulla veranda i visi stanchi di una giornata di lavoro,
pensando alla presenza di qualche strano animale delle ore buie;
pur non avendo sbagliato di molto, ci siamo trovati davanti ad uno strano personaggio che inizialmente neanche sembrava accorgersi della nostra presenza,
salvo poi malcelare l’imbarazzo nell’essere stato colto di soppiatto!

..



Costui affermava di essersi perso una volta sbarcato da un’astronave atterrata su non sa bene quale spiaggia….!
Nonostante l’aspetto poco rassicurante, non dava tuttavia segni di aggressività e,
messo alla prova,
si dimostrava abile conversatore ed ottimo suonatore di chitarra tanto che,
ad oggi,
continua a frequentare questi luoghi ed a molestarne gli ospiti.
Io e Giancarla,
sensibili al dramma di quest’anima persa,
abbiamo pensato anche a procedere ad un adozione, quand’anche simbolica.
Vedremo cosa ne verrà!
Baci.
E.

P.S.:per chi avesse bisogno di un Ostello/Pousada a Salvador, raccomandiamo vivamente l’Hostel Galeria 13 (www.hostelgaleria13.com)!!!!

Aulas de Economia Caseira

Aulas de Economia Caseira

La rubrica della locandiera
Piccolo vademecum di adattamento eno-gastronomico


La Spesa

Siete abituate ai supermercati con carrello ex-ciuccia500lire,
con sfavillante angolo delle offerte del mese,
corsie con celle frigorifero che in inverno ti si gela il naso a passarci accanto, ecc.……ecc………

Ebbene, dimenticatevi tutto!!!!
Anche qui, è vero
esistono 2 (dico ben due) supermercati dove si trova di tutto;
dove un sorridente ragazzino imbusta la vostra spesa,
preoccupandosi di separare i detergenti dagli alimenti (che sciccheria!!!!);
dove, nonostante l’improbabile brasiliano in cui si esprimono gli avventori di ogni parte del mondo, tutti riescono a comprare ciò che cercano,
con l’aiuto della cassiera customer-care.
E se prima di uscire volete accendervi una sigaretta, non ci sono problemi: ogni cassa è dotata di accendino con catenella anti-furto.
Tutto su misura per voi.
Eccetto se vi capita di fare la spesa all’ora delle telenovelas, perché
in quel frangente fatato
tutti sono a testa all’insù, assorti e risucchiati dalla “Black-box”.
Banchisti, cassiere, a “genji” pagante in fila
tutti con lo sguardo svagato rallentano inesorabilmente ogni elementare movimento
ed in questo caso i tempi di attesa possono essere piuttosto lunghi
e non potrete pagare fino al primo break pubblicitario.
Rassegnatevi!

Ma se non avete voglia di fare la spesa
e non vi va di fare quattro passi in riva al mare per raggiungere il Mercado,
non vi preoccupate,
sarà la spesa a venire da voi.
Mi spiego: nell’isola uno dei modi più comuni per comprare mercanzie varie è la “Carriola ambulante a domicilio”.
Stando comodamente sdraiate sull’amaca della vostra veranda,
sentirete il richiamo del “fruttarolo”, del pescivendolo
o del venditore di detersivi che vi descrive
le qualità di ogni detergente,
le modalità di diluizione
e con l’odor-test potrete scegliere la fragranza più adatta a voi
( procuratevi dei vuoti di plastica perché vengono venduti al litro e contrattate sul prezzo, questa è la regola base per ogni acquisto).

Per le grandi spese imbarco diretto per Valenca.
L’itinerario:
lungo-Spiaggia,
salitone modella polpaccio,
viuzze della “city” (Vila) con sosta pit-stop-riprendi-fiato in piazza
e discesone per il porticciolo.
Segue imbarco in trireme lento.
Così’ per la modica cifra di 5 R$ (poco meno di 2 euro)
vi godrete una traversata di un’oretta e mezza con possibile avvistamento delfini.
In alternativa potrete prendere il super-ovolo-motoscafo che con un costo più alto vi fa arrivare a destinazione in 35 mn. (……può capitare un sosta fluttuante per tempi e moto, causa avarie il più delle volte rimediabili con un paio di colpi di martello sul motore…nell’attesa godetevi il paesaggio!).
Se avete un appuntamento importante sappiate che la vostra capigliatura ne risentirà; premunitevi: un foulard è comodo ma troppo “Colonial-style”,
si consiglia un cappello….magari di paglia ……e a falda ampia
per essere impeccabile in ogni occasione,
concedendosi una frivolezza.




Ricetta del giorno

Torta Nera alle Carote
Ingredienti:
250 gr. di farina
100 gr. di zucchero di canna
4 uova
350 gr. di carote
250 gr. di margarina…o burro…o olio……insomma quello che avete!
250 gr. di melassa
1 cucchiaino di
- chiodi di garofano in polvere
- zenzero
2 cucchiaini di
- cannella in polvere
- bicarbonato
Zucchero a velo per guarnire

Preparazione:
lavate e grattugiate le carote;
separate i tuorli dalle chiare e battete quest’ultime a neve.
Mescolate nel mixer zucchero, tuorli, margarina e melassa
unite le spezie setacciate ed il bicarbonato
Frullate per mezzora circa dopodiché mescolate al composto le chiare ed infine le carote
Imburrate e spolverate di farina una tortiera infornate a160 gradi per 1 ora e 20

Bom Appetite!!!!